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Il paradosso della Comunità gestita da "Approdi": struttura vuota ma tantissime richieste

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La Società Cooperativa Sociale Approdi di tipo A opera nell’ ambito della salute mentale con progetti di prevenzione, promozione e azione nel territorio di appartenenza. Gestisce dal 2012 la Comunità Terapeutica Riabilitativa e Residenziale APPRODO per sofferenti psichici, con sede nella Casa Cantoniera di “Isalle”. La Comunità è accreditata per 8 ospiti con un percorso comunitario ad alta intensità; accreditamento det. 925 del 16 agosto 2016 e successivi. Le risorse umane impiegate in organico constano di un’equipe multi-professionale composta da 15 operatori, tra psicologi, oss, infermieri, educatori e collaboratori che si occupano di lavori di manutenzione, giardinaggio e laboratori artistico-creativi. La Comunità è parte di un progetto rivolto al paziente, che opera con lui, con i familiari, con il contesto sociale e istituzionale. Fino al 31 agosto 2017 abbiamo lavorato in base alle potenzialità della struttura che dispone di otto posti letto. Lavorare in comunità con i nostri pazienti significa rafforzare le autonomie personali e sostenere lo sviluppo di nuove competenze stimolando interessi, a volte inaspettati. Oltre il lavoro in comunità i nostri ospiti sono parte attiva del territorio: fanno la spesa con gli operatori, fanno sport, vanno al teatro, al cinema, sono coinvolti nelle manifestazioni del territorio con i manufatti realizzati in Comunità. E poi seguiamo c’è il rientro a casa: seguiamo l’ospite nel reinserimento nel suo territorio, rimanendo un punto di riferimento anche dopo anni di percorso. La presenza della Comunità nel territorio è una risorsa. Specie ora che c’è una domanda crescente di persone con sofferenza psichiatrica che hanno bisogno di cura. E il paradosso è che abbiamo la struttura vuota. Quindi nonostante la domanda in crescita, nonostante la nostra possibilità di accogliere, ad oggi la struttura lavora semivuota in attesa che l’ATS si riorganizzi e riprenda le regolari assegnazioni. Tutto ciò crea difficoltà enormi. Paralizzanti. Infatti, oltre ai ritardi nei pagamenti dell’ATS oggi e delle ASL in passato, ritardi superiori ai termini di legge D.Lgs 231/2002 all’art. 4, la struttura si trova ad accogliere un numero di pazienti inferiore alla capacità di accoglienza della stessa. 3 ospiti su 8 possibili pazienti. Questo comporta una sofferenza economica elevata e uscite superiori alle entrate. Tale situazione non consente di garantire al personale dipendente la prosecuzione dei contratti di lavoro e la regolare retribuzione. Allo stato attuale per la Cooperativa il rischio è di dimettere i pazienti a ricovero e licenziare il personale regolarmente assunto, laddove non si giunga ad una risoluzione della vertenza. Questo significherebbe lasciare scoperto l’offerta di un servizio con una domanda presente e importante. Cosa abbiamo fatto finora? Abbiamo verificato con i nostri Committenti che questa situazione nasca da altro a noi attribuibile (variazione di bisogni, eventuali negligenze, aspetti logistici, organizzativi e/o professionali). Abbiamo scritto ai referenti Asl e richiesto un incontro urgente al Direttore Generale dell’ATS Sardegna Dott. Moirano. Abbiamo dato incarico al nostro legale di tutelarci. Abbiamo avuto incontri in Assessorato alla Sanità per rappresentare la situazione alla parte politica. Ad oggi non abbiamo avuto riscontro. Sono giorni in cui riceviamo le più varie manifestazioni di sostegno: telefonate, messaggi, incoraggiamenti da famiglie, associazioni di famiglie, colleghi del territorio regionale e nazionale, ex ospiti che hanno ripreso la quotidianità, fornitori. Concludendo. Oggi facciamo appello alla sensibilità delle Istituzioni affinché la situazione venga affrontata concretamente e si risolva con la ripresa sistematica degli ingressi e il pagamento delle spettanze nei tempi convenuti

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