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LODINE. L'unione dei Comuni sposa la causa per una migliore gestione idrica

redazione
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Partita da Sarule diverso tempo fa, la battaglia per migliorare la gestione regionale dell'acqua trova il favore dell'ente sovracomunale dell'Unione dei Comuni Barbagia. Con una delibera adottata il 15 marzo scorso, l'associazione di Municipi aderisce alle richieste già messe nero su bianco dai comitati preposti, e manda alla Regione una richiesta che contiene diversi punti da realizzare per efficientare quello che è un servizio pubblico e che in Sardegna va salvaguardato, sopratutto per la grande importanza dell'acqua e alla luce della recente e grave siccità. I sindaci dell'Unione, chiedono a Francesco Pigliaru "l’immediata applicazione della prescrizione ANAC - scrivono - ossia l’attribuzione del 100% delle quote del gestore unico ai comuni. La garanzia che l’acqua della Sardegna rimanga bene pubblico, impedendo l’ingresso sui mercati finanziari e l’emissione di prestiti obbligazionari che condurrebbero alla svendita delle nostre risorse idriche. Il decentramento reale delle risorse tecnologiche, umane e finanziarie, che garantiscano ai territori l’autonomia gestionale sotto il controllo di consorzi di comuni. Chiedono noltre il monitoraggio capillare delle infrastrutture preposte all’erogazione del servizio idrico e il rifacimento di tutte le opere diventate obsolete e inadeguate. La gestione integrata delle dighe, il completamento delle grandi incompiute e l’affrancamento dallo strapotere dell’ufficio dighe che impartisce ordini dalla capitale senza tenere conto delle peculiarità del territorio sardo. Infine la creazione nelle aree ricche di sorgenti, quali quelle del nuorese, di centri di ricerca per un utilizzo più efficiente ed efficace delle risorse idriche a vantaggio dell’intero territorio sardo".

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