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ORANI. 31 anni di volontariato: la storia della Croce verde

a cura della redazione
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ORANI. Tante novità, ma soprattutto continuità per la Croce verde nel 2014. Associazione di volontari che conta su un centinaio di soci con una sessantina di volontari attivi.

Ha cominciato l’anno con un nuovo direttivo a maggioranza rosa: dei nove componenti, infatti, sei sono donne, compresa la presidente Pierpaola Piredda che ha gli stessi anni dell’associazione: 31. La giovane ha preso il posto di Andrea Mureddu, uno dei protagonisti nella realizzazione della nuova sede inaugurata pochi giorni fa, che ha lasciato dopo otto anni. Vice presidente è stato nominato Giampaolo Ruggiu, segretaria Marta Pinna, vice segretario Bastiano Cavada, tesoriere Angela Mureddu. Completano il direttivo Andrea Mureddu, Barbara Mannone, Francesca Loddo e Marialucia Piras.

L’altra grande novità l’abbiamo raccontata il 10 maggio: l’inaugurazione della nuova sede sociale.

Ma è la continuità e la costanza che contraddistinguono la Croce verde oranese, attiva come detto da 31 anni.  “E’ nata nell’aprile del 1983 – ci raccontano i componenti del direttivo - per volontà di un gruppo di cittadini che, vista la mancanza di mezzi di soccorso e la lunghezza dei tempi di intervento di quelli esistenti nel circondario, decisero di fondare l’associazione”. Il primo presidente fu Fiorentino Ena che ha avuto l’onore insieme a Pierpaola Piredda di tagliare il nastro della nuova sede sociale.

I primi problemi che si presentarono furono la mancanza di fondi, l’assenza di un locale per le riunioni, la carenza di un’adeguata preparazione al compito da svolgere, e soprattutto la mancanza di un’ambulanza. Furono superati grazie ad un altro fattore che contraddistingue questa associazione: la solidarietà di tutta la comunità. Grazie a loro e all’amministrazione comunale, a otto mesi dalla fondazione (dicembre 1983) arrivò la prima ambulanza, mentre i medici del paese si occuparono di formare i volontarie. Iniziò così l’attività di soccorso che serviva anche Sarule e Oniferi.

Dopo pochi anni, oltre al soccorso, i soci si attivarono anche in vari ambiti del sociale. “Ci siamo occupati di far arrivare i bambini Russi colpiti dalle radiazioni della tragedia di Cernobyl che furono ospitati dalle famiglie oranesi”.

Nel 2004 si entrò a far parte del servizio di emergenza 118. “L’organizzazione del servizio si basa sulla disponibilità dei soci – raccontano i volontari -. Il servizio ambulanza per il trasporto di persone con visite o ricoveri programmati è attivo ogni giorno 24 ore su 24, mentre la convenzione con la centrale di Sassari per il servizio di emergenza 118  è attiva il venerdì sera dalle 19 all’una e il sabato e la domenica dalle 7 alle 22”.

Nel 2005 un altro passo importante. “Siamo entrati a far parte della grande famiglia dell’ANPAS, l’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, e aderito al gruppo di Protezione civile della stessa. Questo ci ha portato a prestare soccorso nei luoghi colpiti dalle calamità naturali: le alluvioni di Villagrande, Capoterra e la Baronia e il terremoto dell’Aquila”. Per quest’ultimo l’anno scorso 11 volontari hanno ricevuto l’attestato di pubblica benemerenza dal dipartimento di Protezione civile.

“Fare volontariato – spiega il nuovo direttivo - significa essere pronti a sacrificare volontariamente e soprattutto gratuitamente  una parte di sé, della propria famiglia, del proprio tempo libero, e farlo per gli altri. Vuol dire gestire in maniera più corretta e trasparente possibile ciò che appartiene ad un gruppo, senza per questo considerarlo proprietà di tutti e quindi di nessuno. Vuol dire donarsi gratuitamente senza avere in cambio niente, nemmeno l’auto-gratificazione o la semplice visibilità finalizzata ad altri scopi. Volontariato in poche parole vuol dire, avere voglia che una parte della tua vita appartenga a qualcun altro che a volte neppure conosci”.

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