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“Verso un progetto per la Sardegna centrale e le sue zone interne”

Riforme, uso dei fondi Ue e necessità di un progetto per un rilancio e la crescita: questi i temi posti oggi da Confindustria

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Riordino degli enti locali e riforme istituzionali, programmazione dei fondi Ue 2014-2020 e messa in campo di un Progetto di sviluppo per la Sardegna centrale e le sue zone interne: dalla direzione che prenderanno questi processi si gioca il futuro del nostro territorio e delle nostre imprese in fortissima sofferenza. Questi tre temi fondamentali sono stati al centro del convegno-evento “Verso un progetto per la Sardegna centrale e le sue zone interne” che Confindustria ha organizzato stamattina all’auditorium della CCIAA di Nuoro alla presenza del presidente nazionale dei Giovani Imprenditori Marco Gay. Come Confindustria abbiamo posto questioni prioritarie su cui è necessario che il Territorio tenga alta la guardia e faccia le sue proposte in modo condiviso perché non ci saranno altre occasioni. Per il Nuorese – sempre più marginale – è l’ultima chiamata: o si coglie questa opportunità da protagonisti o si resta al palo in attesa di un futuro sempre più incerto.

Una carta importante da giocare è soprattutto quella dei fondi Ue 2014-2020 e la strategia per l’uso delle risorse è in via di definizione in questi mesi in Regione. In particolare sono due i fronti aperti: da una parte, come previsto dalla strategia nazionale, è necessario che anche a livello regionale sia messa a punto una progettazione adeguata alle zone interne cui devono essere destinati fondi e bandi ad hoc. Dall’altra, è importante che Nuoro e gli altri comuni siano inseriti in modo chiaro nei programmi operativi a favore dei centri urbani, cui sono destinate risorse per competitività, mobilità e innovazione produttiva. I fondi europei rappresentano una leva di sviluppo strategica per le imprese e il tessuto produttivo e sono un’opportunità su cui occorre puntare per la ripresa. Senza impresa non c’è sviluppo per il Territorio. Per questo abbiamo chiesto alla Regione di elaborare insieme al Territorio una strategia e un progetto per superare la crisi e creare nuove opportunità di crescita e di sviluppo.

C’è poi il capitolo riforme. In un quadro di gravi carenze e di forte crisi demografica, economica e sociale pare che la Sardegna centrale – che per storia cultura e potenzialità meriterebbe ben altre attenzioni – non sia stata nel cuore di chi ha governato Stato e Regione e che i suoi problemi e le sue necessità passino in secondo piano rispetto ad altre aree dell’isola. Ecco perché occorrono l’impegno e l’attenzione di tutte le forze politiche, sociali ed economiche affinché le riforme in atto a livello nazionale e regionale – importanti e nel merito condivisibili – non diventino un’occasione per penalizzare ulteriormente il centro Sardegna e le sue imprese. Quali ripercussioni ci saranno se nel giro di qualche anno dovessero venir meno, oltre alla Provincia, anche la Prefettura, la Camera di commercio, la Questura e gli uffici di polizia e altri enti? Il rischio è che si vada verso un eccessivo accentramento verso la Regione a scapito del nostro territorio che sarebbe svuotato di competenze, funzioni e presidi. Per questo occorre vigilare, e se necessario dare battaglia, affinché le riforme prevedano sistemi di decentramento e non danneggino ulteriormente la nostra provincia aggravando la recessione in atto e decretandone di fatto un irreversibile degrado sociale ed economico.

 

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