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Premi comunitari. Ultimatum della Coldiretti: "tempi certi o scendiamo in piazza"

Giovedì a Roma la Regione dovrà fare la voce grossa o si renderà complice

A cura della redazione
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"Servono risposte immediate e certe o partiamo con la mobilitazione". La Coldiretti pone l'ultimatum sui pagamenti dei premi comunitari e suona la sveglia alla Regione: "dal tavolo di giovedì con il ministero delle Politiche agricole dovrà ottenere risposte concrete. I nostri soci sono stanchi delle mezze risposte e dei rinvii, e mordono il freno per scendere in piazza. Se non cambiassero le condizioni non saremo certo noi a fermarli – sostengono dall'organizzazione agricola -. La politica regionale si assuma tutte le sue responsabilità e si schieri in modo palese dalla parte delle nostre aziende. Non è più tempo dei tentennamenti o mediazioni politiche, la risposta deve essere solo una".

La situazione nelle campagne è esplosiva. I premi comunitari (decine di milioni di euro) continuano a non arrivare nelle tasche dei produttori sardi. "Sa tanto di presa in giro – attacca il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. I nostri agricoltori e pastori non possono continuare a lavorare in queste condizioni. Ribadiamo ancora una volta la necessità di istituire l'Ente pagatore sardo per dirimere definitivamente questa vergogna ma nel frattempo non possiamo continuare a soccombere in silenzio".

Il discrimine per Coldiretti Sardegna diventa l'incontro di giovedì prossimo a Roma  tra i delegati degli assessorati dell'Agricoltura di tutte le Regioni italiane, i rappresentanti del ministero delle Politiche agricole e di Agea (l'Organismo pagatore nazionale) per discutere sull'avvio dei pagamenti dei nuovi Programmi di sviluppo rurale 2014-2020.

"Se giovedì sera non avremo risposte certe sull'erogazione dei premi della vecchia Politica agricola ci sentiremo liberi e agiremo di conseguenza" afferma senza giri di parole Battista Cualbu. "La Regione non può stare in mezzo al guado e non potrà limitarsi al compito di ventriloquo. Dovrà far sentire tutta la sua autorità e prendere decisioni anche forti. Solo in quel caso potrà contare sul sostengo dei nostri soci, altrimenti sarà complice di chi non paga e tratta con indifferenza l'agricoltura sarda".

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