Una festa all'insegna delle tradizioni culinarie con un unico denominatore comune: l'agnello Igp di Sardegna. Alla decima mostra degli ovini di razza sarda di Macomer, evento riuscitissimo per pubblico e organizzazione, è stato un successo il momento che ha visto la comunità di immigrati macomeresi alle prese con la cottura dell'agnello secondo la loro tradizione, confrontandosi con gli anziani dell'Auser, che invece hanno cucinato l'agnello secondo le consuetudini del Marghine.
Un'esperienza nuova per i tanti visitatori, quella di gustare la carne cucinata con cous cous, prugne, uova, mandorle e sesamo, peperoni e riso, carota, ceci, cavolo, spezie, zucca e semi di grano duro. In diverse ricette che esaltavano il sapore della carne in un modo totalmente sconosciuto.
Emozionante anche per le partecipanti che hanno fatto conoscere un pezzettino della loro casa, facendo partecipi i macomeresi e non solo di uno dei tanti tesori della loro cultura.
"Soddisfazione per aver preso atto che ciò che tuteliamo con l'indicazione di origine protetta – afferma Battista Cualbu, presidente del Consorzio promotore dell'iniziativa in collaborazione con l'amministrazione comunale di Macomer – non è solo qualità e uno dei principali prodotti della tradizione pastorale sarda, ma è anche un filo sottile che lega tante culture del mondo. L'agnello, è un simbolo che ha sempre avuto un significato molto profondo nella storia dei popoli, e il suo consumo ancora oggi, molto più che nella nostra tradizione, rappresenta qualcosa di molto importante, soprattutto per quelle comunità che vivono lontane dai loro paesi d'origine".
"Da noi in Marocco – sottolinea infatti Siam, una delle partecipanti nella preparazione del piatto tradizionale – tutti i venerdì si cucina agnello, è sacro".
Le rappresentanti di due comunità africane, nigeriana e marocchina, hanno dato luogo a una dimostrazione internazionale di cucina, attirando curiosi e tanti veri e propri turisti del gusto, interessati a conoscere i sapori di tradizioni non troppo lontane dalla nostra, ma comunque diverse.
"E' stato un momento di integrazione che ha premiato l'idea di inserire all'interno della fiera il confronto culinario tra popoli – afferma Patrizia Pitzalis direttrice del Contas –. Un momento esaltante, che ha abbattuto i muri dell'indifferenza e ci ha fatti sentire una grande famiglia: per Macomer, come per tanti centri di media grandezza sardi colpiti da questa grave crisi, la comunità di immigrati per certi versi sono stati fondamentali".
"A partire dal mondo delle campagne – le fa eco Battista Cualbu – dove molte aziende si sono salvate negli anni scorsi, solo grazie alla manodopera venuta da fuori. E sarà al carrello della spesa delle comunità straniere che punteremo nella promozione del nostro agnello Igp. E' un mercato potenzialmente importante, verso il quale ci rivolgeremo puntando sulle caratteristiche che sono proprie di questa carne: genuinità , proprietà nutrizionali e tradizione".
Intanto un nuovo tassello è stato aggiunto al progetto di promozione dell'agnello Igp, che vede nella agire comune delle varie forze gastronomiche presenti in Sardegna, la via per esportare la nostra cultura culinaria: l'aver preso contatto con le comunità di stranieri, non è altro che l'inizio di una nuova e fattiva collaborazione.