Con l'arrivo dell'estate e il seccarsi dell'erba si ripresenta inesorabile la piaga degli incendi. Una calamità per tutta l'isola con gravi danni ambientali in primis, con ettari di boschi che vanno in fumo mettendo a rischio uno dei più consistenti polmoni verdi d'Italia, visto che la Sardegna è la seconda regione più boscosa (con il 52 per cento della superficie), ma anche economici, sociali e culturali.
Le prime vittime degli incendi sono coloro che vivono e lavorano la terra, che ormai hanno dovuto destinare una voce del proprio bilancio ai consistenti danni arrecati alle aziende.
Ogni estate mesi di lavoro vanno in fumo in poche ore. Raccolti pronti per la mietitura, fienili, case rurali e animali. Spesso a rischiare la vita sono gli stessi agricoltori e pastori.
"Le fiamme di questi giorni – sottolinea il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – hanno distrutto centinaia di ettari di pascolo e le scorte di foraggio di una intera stagione, mettendo sul lastrico, oltre che gli agricoltori, diversi pastori e allevatori costretti a spese straordinarie per comprare foraggio e mangime per i propri animali. E' fondamentale un immediato intervento della regione per il riconoscimento e il ristoro dei danni che possano almeno in parte attenuare le perdite".
"Siamo la prima regione del Mediterraneo in cui si pratica l'allevamento al pascolo ed è assodato che chi lavora la terra sia il custode del territorio – aggiunge il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. A maggior ragione in un progetto di lotta agli incendi non si può prescindere dagli imprenditori agricoli, soprattutto nel ruolo di prevenzione ma anche di tutela. Ruoli secondo noi fondamentali e dai quali occorre partire per porre freno ai disastri ambientali ai quali dobbiamo soccombere tutti gli anni. La cultura del sospetto non porta mai buoni frutti. Meglio quella delle sinergie, della responsabilizzazione e della fiducia. In questo contesto le aziende agricole potrebbero occuparsi, oltre del quotidiano presidio del territorio, anche della sua sistemazione e manutenzione, della salvaguardia del paesaggio agrario e forestale, della cura e mantenimento dell'assetto idrogeologico e erogare prestazioni a favore della tutela delle vocazioni produttive del territorio".