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Coldiretti. "Agricoltura di nuovo in mobilitazione per il mancato arrivo dei premi comunitari"

redazione
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"Siamo stanchi delle solite giustificazioni, è ora di porre fine a questa agonia politica che rischia di trascinarsi dietro tutto il comparto agricolo. Da oggi comincia la mobilitazione dell'agricoltura sarda contro una politica matrigna che non sa tutelare le proprie imprese".


Coldiretti Sardegna torna sul mancato arrivo dei premi comunicati: "non ci sono proprio più giustificazioni che tengano – attacca Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna -. Anzi le risposte che arrivano da via Pessagno dimostrano che abbiamo a che fare con una politica che non ha cognizione delle sofferenze del settore e che guarda la problematica premi dal lato che conviene a chi deve giustificare e assolvere maldestramente il proprio ruolo. Si enfatizza sempre l'attenzione verso i premi arrivati (quasi fosse una concessione, quando invece sono stati liquidati in fortissimo ritardo) tacendo e quindi dimostrando un irritante indifferenza verso chi soffre e sta compromettendo la sua azienda a causa del mancato arrivo di denari dovuti".


"Si dovrebbe applicare la stessa regola anche a chi ha responsabilità politiche – propone Battista Cualbu – con l'indennità che scatta solo quando è stato bonificato l'ultimo centesimo alle imprese agricole. Invece notiamo che si segue tutt'altro metodo all'interno di un mondo slegato completamente dalla realtà e dalle sofferenze del mondo reale".

"E' incredibile come in politica non esistano responsabilità – continua sulla stessa linea Luca Saba, direttore di Coldiretti Sardegna -. Si manda sul lastrico un comparto e non si paga mai pegno. Ogni giorno si avalla una scusa diversa sul ritardo dei pagamenti comunitari come di qualsiasi altra problematica, ma alla fine della corsa chi paga davvero sono sempre i soliti. Perché non stanno arrivando i premi? Cosa sta facendo la Regione? Chi risarcisce le imprese agricole di questi ritardi?".


"Basta – tuona il presidente di Coldiretti – da oggi siamo in mobilitazione e ci prepariamo per andare sotto il Palazzo a rivendicare i nostri diritti negati".

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