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Gavoese scrive ai vertici regionali per segnalare una grave mancanza di oncologia a Nuoro

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Al Sig. Commissario Straordinario della ASL di Nuoro

Dott. Mario C. A. Palermo

 

E p.c.

Al Sig. Assessore Regionale della sanitò e dell’assistenza sociale

Dott. Luigi Benedetto Arru

Al Sig. Presidente della Regione Autonoma della Sardegna

Prof. Francesco Pigliaru

Al Tribunale Per I Diritti Del Malato – Sez. di Nuoro

 

Non importa, dominus. Non si preoccupi. Nulla importa davvero. A noi son date piccole cose cui badare, qualche foglia che ingialla, un rametto spezzato. In queste minuzie ci siamo beatamente perduti. E ci siamo resi, così, imprendibili. Eh sì, non ci prenderete mai! Abbiamo certi rivoletti e sentierini, noi, che voi neanche immaginate, cari signori del mondo. Non ci prenderete nella vostra rete, maramao.

Ci resta soltanto, caro dominus, un sottile dolore, come una puntura che ci prende, a volte, all’imbocco dello stomaco. Questo sì, un punctum. Qualcosa che non va né su né giù. Come un cucchiaio di minestrone e noi lì come cretini, senza un bicchiere d’acqua che riesca a mandarlo giù.

P. Mastrocola, Una barca nel bosco, Guanda, 2004, pag.232

 

Gent. mi  Sig.ri

Sono una paziente dell’U.O. di Oncologia presso il Presidio Ospedaliero S. Francesco di Nuoro.

Conosco il reparto, che frequento dal 2010, e ritengo meriti essere considerato un’eccellenza.

E’ una struttura nuova, igienicamente curatissima. Soprattutto, è gestita da personale di alto livello professionale e profonda sensibilità umana, che svolge, spesso in condizioni disagiate, il proprio lavoro con dedizione e spirito di sacrificio.

Non sciorinerò dati, che sono certa conosciate meglio di me, sul rapporto numerico tra pazienti e personale medico e infermieristico.

Il Sig. Presidente è economista, di numeri si intende più della sottoscritta, i Sig.ri Commissario Straordinario e Assessore Regionale sono medici, sanno quali attività svolge un reparto.

Le mie osservazioni si limitano alla terapia: evidenzio che il reparto assiste, mediamente, quaranta pazienti al giorno e dispone di ventuno posti per la somministrazione dei farmaci chemioterapici.

Vi invito a trarne le conclusioni.

E a trascorrere una giornata con noi: potreste osservare quanto e come lavori il personale e, magari, ascoltare le storie dei pazienti.

Non solo vi invito: vi sfido, a farlo.

E concludo dicendo che, sentir parlare di risparmi sulla sanità in Sardegna, mi fa l’effetto del cucchiaio di minestrone citato all’inizio.

 

Cordialmente

M. Carmen Porcu

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