“La famiglia Cualbu di Decimoputzu e tutti gli allevatori e agricoltori coinvolti nella vicenda del termodinamico non sono soli”.
Lo dicono a nome dell’Aras il presidente e il direttore Stefano Sanna e Marino Contu pronti “a fare le barricate, insieme ai nostri 15mila soci, in difesa delle terre”.
L’associazione regionale allevatori è stata tra le prime a schierarsi in difesa delle imprese agricole che si sono rifiutate di concedere le proprie terre alla multinazionale con sede a Londra che intende realizzare degli impianti termodinamici.
“Quando è stato presentato questo progetto – ricorda Marino Contu - ci siamo schierati senza esitazioni dalla parte dei nostri soci e degli agricoltori che hanno le proprie aziende nelle terre interessate dai progetti sugli impianti termodinamici. Anzi abbiamo subito raccolto altre autorevoli adesioni per rafforzare questa battaglia di dignità e libertà, a cominciare dalle associazioni agricole, i Consorzi per la tutela dei pecorini Dop e quello dell’agnello Igp”.
“E’ incedibile come in un paese democratico ci siano ancora queste falle - spiega il presidente Stefano Sanna – zone franche che consentono alle multinazionali delle energie alternative di espropriare, in nome di una pubblica utilità, della propria terra gli allevatori e agricoltori. Si stanno privando le persone dei diritti elementari, per questo siamo pronti a difendere insieme ai nostri 15mila soci le terre dei nostri colleghi e chiediamo altrettanta fermezza al mondo politico sardo, al Presidente e alla Giunta regionale in primis che devono guidare la rivolta dei sardi a questo sopruso”.