In quest'ultimo scorcio di settembre una troupe cinematografica coordinata dal regista Fabio Olmi e costituita da tecnici di Ipotesi Cinema e maestranze gavoesi attraversa le campagne della Barbagia. Filmano le greggi, la vita dei pastori, visitano gli ovili e i magazzini dove si stagiona il prodotto più prezioso delle aziende gavoesi: il Formaggio Fiore Sardo. Ipotesi Cinema, infatti, è stata individuata dalla Amministrazione Comunale di Gavoi per la realizzazione dei documentari e delle immagini video che fungeranno da esplicazione didattica, suggestione e installazione multimediale del Museo del Fiore Sardo che avrà vita presso la Casa Museo Comunale, ex Casa Lai. La realizzazione delle video installazioni e dell'allestimento delle sale espositive, assieme al completamento e alla attivazione del Museo del Fiore Sardo, è una delle azioni principali del Progetto Borghi di Eccellenza - identità, cultura e tradizioni. Il Progetto è finanziato dalla Regione Sardegna con il cofinanziamento del comune, per circa 600 mila euro e prevede la realizzazione di percorsi turistici, cartellonistica, attività formative etc. e coinvolge una task force composta da dipendenti comunali, tecnici, creativi, operatori culturali e museali, grafici, video maker.
"Un'azione complessa ma entusiasmante – afferma il sindaco di Gavoi Giovanni Cugusi – che sta impegnando a fondo la macchina comunale e che coinvolge gli amministratori, numerosi professionisti di vari settori, l'Università Nuorese, in un lavoro di gruppo stimolante e produttivo con l'obiettivo di aumentare l'attrattività turistica e culturale del paese attraverso il completamento di importanti infrastrutture e la realizzazione di percorsi adeguati al visitatore consapevole e interessato alla vera natura dei nostri luoghi".
Per questo la troupe di Ipotesi Cinema attraversa le campagne, i magazzini e il centro storico, i sentieri e le montagne alla ricerca delle immagini più evocative che sosterranno l'impianto culturale del futuro Museo.
"È un lavoro complesso che richiede un meticoloso studio culturale e antropologico rispetto alla realtà pastorale di ieri e di oggi – afferma Fabio Olmi, film maker profondo conoscitore della realtà gavoese. – Bisogna avere una costante attenzione all'obiettivo della esposizione museale del prodotto filmato che dovrà essere a cavallo fra narrazione e suggestione. Stiamo utilizzando, per questo, le strumentazioni più sofisticate, droni e particolari video camere, in modo da ottenere immagini adeguate e un punto di vista diverso da cui osservare ciò che sta dietro la produzione caratterizzante il mestiere dei pastori, il Fiore Sardo, appunto. Lunghe ore di riprese – prosegue il regista – ripagate però dalla splendida accoglienza dei pastori gavoesi nei loro ovili e nelle loro case. Un'esperienza artistica e umana importante per tutta la troupe".