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Domani la marcia a Cagliari dei sindaci della Sardegna: presenti tutti quelli della Barbagia

redazione
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Chiedono l'eliminazione dei vincoli imposti dal bilancio armonizzato, che di fatto non permette loro di spendere buona parte delle risorse comunali. Sono 236 sindaci della Sardegna, e tra di loro la totalità dei sindaci della Barbagia, che il 20 ottobre scorso si sono riuniti a Santa Giusta per decidere come far sentire la loro voce. In quell'occasione hanno stilato una lunga lettera indirizzata ai vertici dei governi nazionale e regionale, avanzando tra l'altro numerose proposte in merito. Domani si ritroveranno tutti a Cagliari, sostenuti dalle proprie popolazioni, a sfilare da Piazza del Carmine fino al Consiglio Regionale, dove presenteranno formalmente il documento. "Allo stato attuale chi amministra è legato senza avere catene - spiega Maurizio Sirca, assessore del Comune di Sarule - il nostro Comune ha più di un milione di euro di avanzi di amministrazione che non possono essere programmati se non in percentuali e se e solo se la RAS concede spazi finanziari ad Aprile e Settembre; cosa che non è avvenuta. Possiamo solo programmare e navigare a vista, perchè garantire l'ordinario è diventato ormai lo straordinario". Dello stesso avviso Efisio Arbau, sindaco di Ollolai. che da parte sua propone di far diventare i Comuni sardi a completa finanza regionale. Come? Sono circa trecento i milioni di euro che lo Stato trasferisce ai Comuni sardi – spiega Arbau -, mentre sono oltre 650 milioni gli euro dei sardi accantonati e trattenuti a Roma per abbattere il debito pubblico o per misure eccezionali. Con una compensazione (ridurre gli accantonamenti di una cifra pari ai trasferimenti statali ai Comuni) a saldo zero per entrambe le parti – continua - i Comuni sardi potrebbero ricevere i soldi dalla Regione, mandando in soffitta tutte quelle regole di controlli e monitoraggi statali che disturbano l'attività dei Comuni. Ne risulterebbe un sistema coordinato di autogoverno che senza chiedere trattamenti di favore porterebbe vantaggi per tutti i soggetti interessati. Si chiama autogoverno". Anche Stefania Piras, sindaca di Oniferi interviene nel merito della questione: "Nel mondo di oggi funziona che se il comune incassa ad agosto 2017 e non spende quelle cifre entro il 31/12/2017 quelle somme non possono più essere spese. Quindi la scelta del comune dovrebbe essere quella di spendere tutto subito (in 4 mesi è molto difficile per via di normative sugli appalti molto stringenti) oppure di perdere quello che non si riesce a spendere subito. È uno scandalo che porta gli amministratori onesti, pur di non perdere i soldi, a scialaquare risorse che possono essere programmare in maniera utile e ponderata". 

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