“È con un emendamento al decreto fiscale collegato alla manovra di Bilancio per il 2017 che finalmente ci arriva il riconoscimento legislativo della natura giuridica della rendita INAIL”, annuncia con soddisfazione il Presidente dell’ANMIL di Nuoro Tonino Sechi alla notizia che, questa mattina, il Senato ha approvato, in via definitiva, il testo del disegno di legge di conversione, con una misura elaborata dall’ANMIL, grazie all'emendamento dei deputati del PD Gianmario Fragomeli e Franco Ribaudo e del sostegno decisivo del relatore On. Giovanni Sanga e del Sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta accolta dal Governo il quale, per molto tempo, ha portato avanti in Parlamento questa importante battaglia dell’Associazione in favore della categoria.
La rendita erogata dall’INAIL ad infortunati sul lavoro e a quanti hanno contratto una malattia professionale, finora è stata esente da imposizione fiscale in forza di un orientamento amministrativo e giurisprudenziale consolidato; tuttavia era necessario che tale principio fosse riconosciuto anche e principalmente in un provvedimento di rango legislativo, senza il quale non era escluso che la rendita potesse essere toccata da misure di diverso indirizzo.
Al 31 dicembre 2015 le rendite gestite dall’INAIL erano oltre 755.000, con 16.993 nuove costituzioni solo lo scorso anno. Numeri importanti per una prestazione che non aveva ancora mai ricevuto il giusto riconoscimento, comportando effetti penalizzanti sui suoi titolari.
Il decreto dispone, invece, espressamente che la rendita INAIL è una prestazione economica di natura risarcitoria del danno subito dall’assicurato, per effetto dell’infortunio sul lavoro o della malattia professionale e per questo non concorre alla formazione del reddito complessivo ai fini tributari.
“Una grande vittoria - ha precisato il Presidente ANMIL di Nuoro Tonino Sechi - che mette in chiaro una volta per tutte che la rendita INAIL non è una fonte di ricchezza, ma il risarcimento per un danno subito dal lavoratore e, in quanto tale, non può essere contemplata nel reddito di chi la percepisce”.