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Dare nuova linfa alla figura carismatica di Grazia Deledda. L’impegno costante dell’onorevole Elena Centemero: “al premio nobel del 1926 sia dato un ruolo centrale nella letteratura italiana”

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L’onorevole Elena Centemero ha cominciato nel 2011 il suo impegno per dare visibilità a Grazia Deledda. Culminato, per il momento, all’inizio di novembre quando è stata discussa alla Camera dei Deputati una mozione per celebrare il 90° anniversario dall’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura.

“E’ nostro dovere ricordarla e far conoscere le sue opere alle giovani generazioni, in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Di qui la mia mozione - sottolinea con decisione Elena - Grazia Deledda è ancora oggi l’unica donna nel campo della letteratura italiana ad aver ottenuto il premio Nobel per la letteratura e in particolare, nel campo dell’opere letterarie. La vita e la storia personale di Grazia Deledda sono inoltre molto formative ed esemplari per le studentesse e gli studenti italiani sia dal punto di vista letterario sia per la capacità, straordinaria per una donna di quell’epoca, di superare l’ostilità familiare e dell’ambiente nuorese e di affermare la sua passione per la letteratura, le sue capacità e il suo talento per la scrittura in un campo allora riservato prevalentemente agli uomini.”

Elena Centemero è nata a Milano nel 1968. Laureata in Lettere Classiche con 110 e lode all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove è stata allieva di Marta Sordi, una delle più grandi e straordinarie docenti di Storia Greca e Storia Romana. Nel 1993 ha iniziato ad insegnare latino, greco, italiano e storia al liceo Dehon, nel 2007 al Liceo Carlo Porta di Monza e dal 2008 al Liceo Banfi di Vimercate.  Nel 1994 ha conseguito il Corso di Perfezionamento in Economia del turismo presso l’Università Bocconi di Milano e nel 2010  il Master in Dirigenza per le scuole all’Università di Bergamo.  Le esperienze più importanti della sua vita sono state il periodo in cui ho vissuto a New York e studiato all’Hunter College, insieme a studenti di tutto il mondo e, il Consiglio d’Europa.

“New York è un microcosmo incredibile, multietnico, ricco di stimoli, un posto dove ci si può confrontare indipendentemente dal ruolo e dai ruoli. E’ un luogo capace di aprire lo sguardo e l’orizzonte di chi ci vive. A Strasburgo ho, invece, appreso l’importanza dei diritti umani e della parità tra donne e uomini come fondamento della nostra Democrazia e della nostra società. Tutte esperienze che porto con me.”

Ha preso a cuore la figura della scrittrice nuorese che ha imparato a conoscere ed apprezzare da autodidatta. E l’obiettivo è proprio quello di farla conoscere su scala nazionale e per far studiare nelle scuole di tutti gli ordini e di tutti gradi la sua figura e la sua straordinaria opera+.

Nel 2012 fu presentato all’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Ministro pro tempore dell’istruzione dell’università e della ricerca e al Ministro pro tempore del lavoro e delle politiche sociali con delega alle pari opportunità, un appello dalle associazioni «Se Non Ora Quando», «Noi Donne 2005», «Feminas in Carrelas» affinché Grazia Deledda fosse reintegrata nel canone della letteratura italiana e venisse inserita tra i grandi protagonisti della nostra letteratura il cui studio e irrinunciabile. Appare di fondamentale importanza che le indicazioni nazionali vengano aggiornate in tal senso. Tra i nomi della letteratura italiana è inoltre assente il nome di Grazia Deledda e non compare nel curricolo scolastico, così come quello di altre donne insigni nel campo della letteratura, della poesia, delle scienze, dell’economia e di moltissimi altri settori,

“Questa grande autrice sembra essere invisibile: è marginale nei programmi scolastici, dimenticata dai mezzi di comunicazione e quasi rimossa dalla nostra memoria collettiva. Invisibile, appunto, proprio come invisibili sono, troppo spesso, le donne nella società, nel mercato del lavoro, nella vita politica.”

Di qui è nata la mozione parlamentare, in discussione alla Camera dei Deputati per far uscire Grazia Deledda da quel cono d’ombra in cui tante donne straordinarie come lei sono relegate e chiuse.

“Grazia Deledda è un premio Nobel per la letteratura! Direi che questo è sufficiente per darle spazio e un ruolo centrale nella nostra letteratura. Ha aperto la porta ad un “genere” nuovo non classificabile come verismo: la sua opera descrive in modo mirabile i sentimenti, le passioni, le angosce umane. Dà un senso personalissimo e straordinario alla vita, come solo le donne sanno fare. Solo per questo andrebbe letta, amata ed interiorizzata. Una vera sfida per tutte le ragazze e i ragazzi.”

Nel progetto "Women in public space" della Presidente della Commissione Equality and Non Discrimination del Consiglio d'Europa, Elena Centemero è portavoce di un progetto per dare visibilità alle donne, al loro ruolo e combattere gli stereotipi, come quello che la letteratura non è "adatta" per le donne ed è un campo di dominio solo maschile. E Gli stereotipi volevano impedire anche a Grazia Deledda di esprimere il suo talento, come giudizi si vede anche dai giudizi negativi della critica di allora sulla sua opera.

“Esemplare è la capacità, straordinaria per una donna di quell'epoca, di superare l'ostilità familiare e dell'ambiente nuorese, affermando la sua passione per la letteratura, le sue capacità e il suo talento per la scrittura in un campo allora riservato prevalentemente agli uomini.”

E un sunto sull’opera deleddiana, l’onorevole Centemero lo evidenzia nel testo della mozione:

La scrittrice nacque a Nuoro nel 1871 in una famiglia benestante, quarta di sei figli, intrappolata nella scarsa considerazione sociale in cui era relegata la donna in quegli anni. In questo ambiente le fu consentito di seguire pochi studi regolari (fino alla quarta elementare), perché all’epoca le ragazze non dovevano studiare: bastava saper fare una firma o due conti per la vendita delle uova. Grazie alla sua forza di volontà però riuscì a continuare e a coltivare, da autodidatta, gli studi letterari, imparando la lingua italiana come una lingua straniera e leggendo i grandi narratori russi, Dostoevskj e Tolstoj, i narratori francesi, Zola e Flaubert, e gli italiani Fogazzaro, D’Annunzio e Carducci. A diciassette anni, nel 1888, pubblicò il suo primo racconto in una rivista per ragazze. Sperimentò diverse forme letterarie, scrivendo versi, novelle e ben cinquantasei romanzi a cui deve la fama e la notorietà; la profonda conoscenza e l’amore per la sua terra, la Sardegna, per le sue tradizioni e per il suo popolo, presenti in tutta la sua opera, attribuiscono grande valore formativo alla lettura e allo studio dei romanzi dell’autrice sarda; l’attenzione che l’autrice rivolge alla cultura e alle tradizioni della propria terra costituiscono un elemento in grado di suscitare negli studenti la conoscenza e l’attenzione per le loro regioni e città e per le tradizioni locali; altro elemento di forte valenza pedagogica ed educativa consiste nella costanza, nello spirito di sacrificio e nella perseveranza per mezzo dei quali l’autrice riuscì ad affermare il suo talento letterario, superando i pregiudizi dell’epoca secondo cui «una donna scrittrice non può essere onesta».

L’impianto dei programmi scolastici rimane antiquato. Un esempio su tutti: sul Novecento alle scuole superiori si studia più poesia che prosa, pur essendo il XX secolo il regno del romanzo.

“Le indicazioni nazionali e i programmi dovrebbero essere spalmati su più anni, senza ricominciare da capo ad ogni ciclo. È chiaro che diventa improrogabile conoscere il Novecento da tutti i punti di vista: storico, letterario, filosofico, artistico, economico e scientifico. Senza questa conoscenza non saremo in grado di capire ed interpretare il reale e il presente per costruire il futuro. Il Novecento è stato anche il secolo delle donne: dunque la prospettiva di genere, ossia il ruolo che donne e uomini hanno assunto nella società, nella cultura e nella politica è irrinunciabile.”

Elena Centemero dal 2006 è membro dell’OFTAL di Milano, e ogni anno si reco a Lourdes con gli ammalati e presto servizio alle piscine e dal 2015 è membro dell’Hospitalitè de Notre Dame de Lourdes. Il servizio verso gli ammalati, l’aiutarli ad immergersi nell’acqua di Lourdes, il vivere la quotidianità della fede e del servizio con tante dame e tanti barellieri sono un segno profondo e una cifra irrinunciabile della sua vita. Nel 1994 ha cominciato la sua attività politica. Nel 2008 è stata eletta alla Camera dei Deputati ed è stata membro della Commissione Bicamerale per l’Infanzia e della XIV Commissione Politiche dell’Unione Europea. Dall’inizio della legislatura è membro della VII Commissione Cultura e nel febbraio 2012 è diventata Coordinatore Nazionale Scuola, Università e Ricerca del PDL e ora di Forza Italia. Attualmente è membro e segretario della I Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati. Il 25 Gennaio 2016 è stata eletta Presidente della Commissione Equality and Non Discrimination del Consiglio d’Europa.  Dal 10 Maggio 2016 è membro della Commissione sull’intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio. La Commissione è presieduta dalla Presidente della Camera e include un deputato per ogni gruppo politico, rappresentanti di organizzazioni sopranazionali, di istituti di ricerca e di associazioni nonché esperti.

Il suo impegno straordinario per ridare luce alla figura di Grazia Deledda è il preludio al commiato  con le parole del Premio Nobel per la Letteratura che Elena ama spesso citare.

"Adoro l'arte e il mio ideale è sollevare in alto il nome del mio paese, così mal conosciuto e denigrato al di là dei nostri malinconici mari, ne le terre civili. E lavoro, lavoro tanto, come un uomo, per la mia idea, e riuscirò, benché sia una piccola personcina pallida ed umile, che ha però lo spirito grande e ardente come gli scuri occhi andalusi."

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