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Una nuova impresa letteraria per l'ollolaese Francesco Casula

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E’ da qualche giorno nelle librerie il nuovo libro dell’ollolaese Francesco Casula, “Carlo Felice e i tiranni sabaudi” (Grafica del Parteolla Editore, Euro 16).

Il libro, in 220 pagine, documenta in modo rigoroso le malefatte e le infamie dei sovrani sabaudi in 226 anni di dominazione (1720-1946) attraverso citazioni di scritti, libri e documenti anche di storici e intellettuali filo monarchici e persino filo sabaudi: tra tutti Pietro Martini o a Giovanni Lavagna, patrizio algherese. E dunque non solo di avversari come Mazzini o Giovanni Maria Angioy.

"Carlo Felice in particolare fu il peggiore fra i sovrani sabaudi, - afferma Francesco Casula - da vicerè come da re fu infatti crudele, feroce e sanguinario (in lingua sarda incainadu), famelico, gaudente e ottuso (in lingua sarda tostorrudu). E ancora: Più ottuso e reazionario d’ogni altro principe, oltre che dappocco, gaudente parassita, gretto come la sua amministrazione, lo definisce lo storico sardo Raimondo Carta Raspi. Mentre per un altro storico sardo contemporaneo, Aldo Accardo, – che si basa sulle valutazioni di Pietro Martini – è Un pigro imbecille. Si dirà che anche i catalano-aragonesi prima e gli spagnoli dopo non erano certo benefattori: spremevano fiscalmente i sardi fino all’osso. Ma i Savoia sono stati molto peggio. Sia per quanto attiene alla tassazione che alla repressione. Con le loro funeste scelte (economiche, politiche, culturali) “ritardarono  lo sviluppo della Sardegna di quasi cinquant'anni, con conseguenze non ancora compiuta­mente pagate”: a scriverlo è il più grande conoscitore della “Sardegna sabauda”, lo storico Girolamo Sotgiu".

 

 

 

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