Ci risiamo. E’ ancora scontro tra le industrie di macellazione e i pastori. Con i primi che dicono che il mercato è saturo e non ritirano più agnelli o li pagano a 4 euro al kg; e dall’altra i pastori che li accusano di fare cartello. Dopo la querelle per le aste di inizio dicembre, (quando i macellatori furono accusati di “voler bloccare le aste che stavano spezzando il loro monopolio”), si rinfocola dunque lo scontro. “Oggi le grandi industrie del centro Sardegna non hanno neppure macellato” dice un allevatore “e siamo sotto Natale”. “A Benetutti abbiamo 1500 agnelli ma non li vogliono” conferma un gruppo. Mentre altri denunciano: “Sono ferme anche le aste”. Intanto però “a Grossetto oggi gli agnelli li hanno pagati a 5,25 e non sono sardi. E un industriale sardo ha fatto un contratto con un gruppo per tutto il mese di dicembre a 5,25” sostiene un produttore. “Ho ricevuto chiamate da diverse parti dell’isola –  è la risposta di Fortunato Ladu – da pastori che mi dicono che il prezzo è crollato a 4 euro, qualcuno addirittura a 3,50, questa è una vergogna”. Eppure quest’anno le pecore hanno figliato in ritardo, dunque, gli agnelli sono molto meno. Intanto, forse per disperazione, i pastori si stanno unendo e “da gennaio cominceremo a vendere fuori dall’isola – rivela un gruppo – Non è possibile continuare cosi, perché pochi macellatori stanno decidendo il prezzo per tutti. Faremo come fanno loro che pur di avere il controllo del mercato vendono anche a prezzo di costo. Questo è frutto dei loro accordi, in questo mese si sono incontrati diverse volte: a Buddusò, Tramatza e Marrubiu e lì, hanno deciso il prezzo e le strategie da seguire”. Natale amaro, dunque, per diversi pastori che aspettavano la vendita degli agnelli per cominciare ad incassare qualche euro.