Il 17 novembre del '44, durante l'allarme per un eventuale bombardamento americano, una tribolata fuga dal campo di concentramento di Gottmadingen (Costanza), regalò a Giuseppe Cugusi la libertà . Assieme a questa, anche un legame indissolubile con un piccolo veronese, orfano di madre e di padre, entrambi medici uccisi dai nazisti. Il piccolo si chiamava Franco Governo, aveva 10 anni e nel campo, grazie alla conoscenza di tre lingue, faceva da interprete. "Mentre si nascondeva in mezzo a delle cataste di legno mio padre notò un bambino che correva spaventato da una parte all'altra. Lo chiamò e lo tenne al sicuro sopratutto quando i tedeschi, una volta rientrato l'allarme, ispezionarono ogni angolo del campo. Lo rassicurò e decise di portarlo con se, verso il confine con la Svizzera, a poco più di venti chilometri". Con grande emozione Michelina, la figlia di Giuseppe, racconta quella corsa verso la libertà . Il padre, del salvataggio del piccolo l'aveva raccontato spesso, ma al di fuori della famiglia nessuno a Fonni sapeva di questa meravigliosa storia. Al punto che quando Franco Governo negli anni '80 si presentò a Fonni alla ricerca del suo salvatore nessuno pensò ad indirizzarlo verso la casa giusta (di Giuseppe Cugusi a Fonni ce ne sono parecchi), e la sfortuna volle che i due non si rincontrarono mai. Ora invece "vogliamo ritrovare quel piccolo veronese che condivise la fuga con nostro padre" spiega Michelina. Nei documenti che testimoniano l'arrivo di Giuseppe Cugusi in Svizzera è riportato il peso del giovane soldato: 34 kg. Il suo corpo martoriato e al minimo, riuscì a portare con se anche quel piccolo che una volta in Svizzera venne destinato a un orfanotrofio. Giuseppe invece a luglio del '45 tornò nella sua Fonni.
I familiari di Giuseppe Cugusi vorrebbero provare a rintracciare quel bambino, che ora avrebbe 84 anni ed è stato già a Fonni negli anni 80.