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Coronavirus: i lavori pubblici come terapia d'urto

a cura della redazione
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Il blocco delle attività economiche dovute all'emergenza del Coronavirus sta diventando “preoccupante” anche per le imprese delle costruzioni. Lo dice il presidente di Confapi  Sardegna, Giorgio Delpiano. “Una situazione che sta diventando preoccupante anche per il mondo delle costruzioni”, spiega, “perché il blocco dell’edilizia vorrebbe dire il blocco completo del mercato interno”. Nelle zone rosse, ha aggiunto “i cantieri sono già bloccati e nelle zone gialle registriamo le prime sospensioni di cantieri e di tutte le forniture di lavorazione ed è verosimile che ciò accada in tutto il territorio nazionale ”.
L’unica soluzione, dicono i costruttori, è adottare procedure più snelle a monte delle gare di appalto, non bastano ammortizzatori sociali ma bisogna  intervenire poi nella apertura dei cantieri. “A situazioni di straordinaria emergenza, bisogna rispondere con soluzioni straordinarie. Il problema e’ l’eccesso di burocrazia”, afferma Delpiano.
“In una situazione così grave una risposta concreta può arrivare dal settore dei lavori pubblici che consentirebbe una iniezione di liquidità nel sistema  e, si tenga conto”, continua Delpiano, “che, con tutte le dovute precauzioni, l’ambiente di lavoro tipico dei cantieri, all'aria aperta, presenta meno criticità degli altri settori. Si tratta di velocizzare le procedure a tutti i livelli amministrativi, si tratta di applicare una sorta di modello Genova generalizzato, che vada in deroga al codice degli appalti.” 

 

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