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da L'unione Sarda: Nuoro. Il presidente dei presidi sardi invita amministratori e politici a un cambio di rotta

Scuola uccisa dai campanilismi.

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Articolo del 20 gennaio 2013

«Il problema della scuola nel nostro territorio è che, finora, non ci si è posti l'unica domanda necessaria: qual è il modello d'istruzione migliore?».
Magari si preferisce salvare il salvabile: Nuoro e i centri della provincia fanno i conti con il cancro dello spopolamento, intere classi spazzate via e istituti letteralmente dimezzati.
«E infatti i Comuni e la Provincia (ma vale per tutta la Sardegna) hanno sempre ragionato esclusivamente con la logica campanilistica di salvaguardia dell'esistente, incapaci di opporsi alla deriva demografica con un nuovo, razionale modello di rete scolastica. C'è una specie di patto non scritto tra chi guida le autonomie scolastiche provinciali e gli amministratori locali: pur di salvare ciò che non può essere salvato si consumano le operazioni più incredibili».
Sono anni, ormai, che l'Anp chiede inutilmente alla Regione e agli enti locali un serio progetto di razionalizzazione della rete scolastica, e oggi Bachisio Porru, presidente regionale dell'associazione dei presidi, interviene per ribadire la richiesta in vista del prossimo piano di dimensionamento. Un piano - ma questo, lui che è un signore elegante, non lo dice - che funziona con la logica della raccolta differenziata, per tagli e accorpamenti.
Sessantuno anni, dirigente del Liceo Scientifico “Fermi” di Nuoro e già presidente del Consorzio universitario barbaricino, Bachisio Porru - che si schermisce avvertendo: «Parlo solo come rappresentante dei presidi sardi» - è l'uomo giusto, lui che è stato sindaco di Olzai nei Novanta, per parlare dei problemi della scuola in un territorio spopolato come la provincia di Nuoro.
Nel documento pubblicato sul sito dell'Anp invita la Regione e l'Ufficio scolastico regionale a «porre un particolare impegno nel processo di razionalizzazione della rete scolastica».
«Non c'è più tempo da perdere: va ripensato un modello educativo in base alla distribuzione demografica della Sardegna. Quel che va bene a Cagliari e nell'hinterlard, dove abbiamo a che fare con classi molto numerose, non è applicabile anche a Nuoro e provincia dove ci sono classi con pochi alunni. La Regione è in ritardo con le linee di indirizzo e non dimentichiamo che la legge sull'istruzione è da anni ferma in Consiglio regionale».
Apposta ci pensano i Comuni e la Provincia.
«Che ragionano, lo ribadisco, solo con logiche di campanile che generano spesso risultati imbarazzanti».
Un esempio?
«Sarebbero tanti, ma penso al Tecnico “Carmelo Floris” di Gavoi, Istituto di Istruzione superiore che ospitava una sezione staccata del Liceo classico di Nuoro. A un certo punto, per salvare l'autonomia scolastica si fece una forzatura e le classi dei liceali vennero accorpate al Tecnico. Poi si è fatta una forzatura ancora più grossa accorpando il “Floris” al “Ciusa” di Nuoro che è un istituto Geometri. In nome di che cosa vengono fatte queste operazioni? Si tratta solo di patti insani...».
Eppure sindaci, presidenti di Provincia e di Unione dei Comuni quando riescono a salvare dall'accorpamento classi destinate al taglio, la fanno passare come una vittoria.
«Gli enti locali che intervengono in questo senso creano un grave danno erariale perché intervengono in una materia che non gli compete. L'Istruzione è dello Stato, Comuni e Provincia hanno competenza solo su edifici e servizi logistici. Dire: spendiamo soldi per far sì che i nostri bambini non frequentino la pluriclasse ma una classe normale, non ha alcun senso...».
Perché?
«Perché per lo Stato, che decide in base alle norme dell'autonomia scolastica, se quella doveva essere una pluriclasse tale resterà, con gli alunni divisi per nuclei anagrafici. In ogni caso, sa qual è, in Sardegna, il vero problema riguardo le pluriclassi?».
Quale?
«Che gli insegnanti non sono preparati: non hanno la competenza specifica per affrontare tre diversi programmi».
E in tutto questo disastro, scusi, l'ingresso della lavagna interattiva non è solo un effetto speciale?
«No, anzi. Il problema è che gli insegnanti devono pur imparare a usarla. Ebbene, la Regione è in ritardo sulle procedure di formazione dei tecnici che cureranno i corsi per i docenti».

Segue la risposta del sindaco di Gavoi Nanni Porcu rilasciata a Labarbagia.net.

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