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I sindaci di Orgosolo e di Oliena e successivamente il Presidente di Confindustria Bornioli hanno lanciato in questi giorni, attraverso la stampa locale, un forte appello perché venga predisposto in tempi brevi "un piano organico di sviluppo per la ripresa e il rilancio dell'economia del Nuorese e della Sardegna Centrale".

Per uscire dalla crisi, scrivono, occorre ritrovare una forte unità d'intenti attorno ad un progetto condiviso che definisca sulla base delle principali vocazioni del territorio una strategia e un programma per le attività produttive e per l'occupazione."

Tutto bene. Sosteniamo l'appello e le motivazioni in esso contenute. Forse però, è bene sottolinearlo, siamo in ritardo rispetto alla gravità della crisi e insufficienti rispetto ai processi che si vogliono attivare. Da anni infatti, nei nostri convegni e negli articoli pubblicati nel nostro blog , lo ha fatto anche Confindustria, abbiamo richiamato ripetutamente e con forza l'attenzione delle forze politiche, sociali e istituzionali perché venisse impostato e definito un nuovo progetto di sviluppo, nuovo e profondamente diverso rispetto a quello che ha caratterizzato la storia economica e sociale degli ultimi decenni.

Abbiamo indicato il percorso, sviluppato idee, progetti, abbiamo coinvolto in questa elaborazione le migliori competenze e professionalità della Sardegna. Tanto entusiasmo, ma assoluto silenzio da parte dei soggetti che dovevano dare risposte concrete alle nostre proposte per un nuovo progetto di sviluppo. Scuola, università, cultura, ricerca, ambiente, agroalimentare, piccola impresa, vocazione territoriale, trasporti,energia, manifatturiero, burocrazia. Questi i tasselli. Progetti concreti, operativi, realistici. Non si è fatto niente.

E' mancata l'unità sui progetti, è mancata la sensibilità e l'unità delle forze politiche sociali e istituzionali, a tutti i livelli. E' mancata l'unità all'interno dei territori e della Sardegna centrale in particolare. E' mancata la mobilitazione della gente, delle popolazioni, delle istituzioni. Non abbiamo più punti di riferimento, come invece succede nel Sulcis e nel Sassarese/ Poto Torres, dove l'Amministrazione provinciale, i Comuni e i Sindacati guidano la ribellione di un intero popolo.

Mentre noi scriviamo a Sassari, nella sua piazza più importante, l'Amministrazione provinciale ha chiamato a raccolta tutte le forze politiche, sociali ed economiche, in modo unitario, per difendere i diritti di quelle popolazioni e il rispetto degli impegni presi a Cagliari e a Roma. Nel Sulcis, dopo la rivolta e le grandi manifestazioni popolari degli operai e dei minatori, sotto la guida degli amministratori e dei politici di quel territorio, è stato approvato dai ministeri competenti un progetto alternativo all'esistente attivando il meccanismo della fiscalità di vantaggio per le imprese, con forti benefici per la rinascita di un'area attraversata da una drammatica crisi economica e sociale.

Ecco: un progetto, l'unità, la mobilitazione. Sono mancati nel Nuorese, nella Sardegna centrale questi fondamentali presupposti che hanno caratterizzato invece le esperienze positive maturate nel Sulcis/Iglesiente e nell'area di Sassari/Portotorres. Ma siamo ancora in tempo per recuperare i ritardi di questi anni.

Da qui l'appello che rivolgiamo ai Sindaci di Orgosolo e di Oliena, due tra i più importanti centri della provincia, al presidente della Confindustria Bornioli, perché prendano loro l'iniziativa di convocare una grande assemblea popolare aperta alla partecipazione di tutti i soggetti interessati per ripartire con un progetto di sviluppo nuovo, condiviso, unitario, sostenuto da una forte e convinta mobilitazione popolare.

Non c'è più tempo da perdere, I fatti drammatici di Macomer e di Orotelli chiedono, a chi ha responsabilità, di fare in fretta.

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