Macomer. Si sente molto spesso parlare della cultura come risorsa, ma, a dirla tutta, questo discorso rischia spesso di apparire fumoso e generico. Esiste invece un percorso, già sperimentato da tanti territori italiani, che permette di dare maggiore concretezza alla possibilità di 'trasformare' la cultura in ricchezza anche materiale.
Si tratta del Distretto Culturale, concetto che ricalca quello del distretto industriale: “un sistema di relazioni, orientato da un progetto strategico, che vede coinvolti assieme agli operatori istituzionali nel settore della cultura, le associazioni di vario tipo, espressione militante e vitale del territorio”. Un modo, quindi, di inserire le attività culturali in un progetto unitario, nel quale le istituzioni pubbliche elaborino la strategia, ma dove saranno gli operatori privati (associazioni, librerie, case editrici, fondazioni, biblioteche, musei) a gestirlo e guidarlo, perché più adatte a “leggere le correnti vive che la cultura agita nel territorio”. Scopo dei Distretti culturali è rendere efficace ed efficiente il processo di produzione di cultura, e di ottimizzare, a livello locale, i suoi impatti economici e sociali, anche (ma non solo) attraverso l’attrazione e la potenziale fidelizzazione di domanda turistica: elemento fondamentale, per una zona come il Marghine ricca di potenzialità attrattive, sia naturalistiche che archeologiche e storiche, ancora troppo poco sfruttate.
Se il territorio riuscirà a cogliere questa sfida e a portarla a termine, si tratterà di un tassello importante nella possibile ripresa economica di un territorio stremato dalla crisi. Condizioni essenziali per la nascita di un Distretto sono le infrastrutture culturali, le capacità e conoscenze delle persone e un alto livello di formazione scolastica: tutti elementi che il Marghine, con Macomer in testa, possiede e può mettere in gioco.
Il dibattito che l'associazione Nino Carrus e l'Associazione Dialogo e Rinnovamento, con la collaborazione dell'Unione dei Comuni del Marghine, del Centro di Servizi Culturali e del GAL Marghine, ha organizzato per il 3 maggio, segue a distanza di quasi un anno quello del 15 giugno 2012, quando diversi esperti ed amministratori avevano 'gettato il seme' del Distretto, convenendo sulla necessità di ascoltare tutte le associazioni del territorio per conoscerne idee, proposte ed esperienze. Per questo, appunto, l'incontro che si terrà il 3 maggio alle 17 e 30 presso l'UNLA, durante il quale interverranno Tore Ghisu (sindaco di Borore e presidente dell'Unione dei Comuni), Renzo Soro (sindaco di Galtellì e vicepresidente dell'associazione Borghi Autentici) e Diego Loi, direttore del Distretto Culturale della Marmilla. La presenza di Soro e Loi consentirà a tutti di conoscere le interessantissime esperienze di due territori sardi che hanno avuto il coraggio e la capacità di puntare sulla cultura per rivitalizzarsi. Coordina il dibattito Davide Fara, del direttivo dell'Associazione Nino Carrus. Sono invitati a partecipare enti, fondazioni, associazioni, cooperative, gruppi e società che operano in ambito culturale nel Marghine; amministratori regionali, provinciali e comunali; dirigenti scolastici e insegnanti.