Gavoi. “Non abbiamo idea della ricchezza del nostro ambiente: racchiude un microclima favorevole alla coltivazione di tantissime piante, oltre che di quasi tutte le specie orticole”. A parlare è Franco Puxeddu, fonnese trapiantato a Gavoi, che da diversi anni coltiva e studia la pianta della rosa: “nel mondo esistono circa 40 mila specie di rose, e io nel mio giardino ne ho impiantato un centinaio”. E’ per questo che per il secondo anno consecutivo, con la collaborazione del Comune di Gavoi e la Prociv Arci, per l’8 giugno alle 17 ha organizzato una mostra, a Gavoi nella casa Museo Satta che racchiude al suo interno un ampio giardino: l’ideale per lo spazio, dove oltre alle rose si pensa di allestire una mostra fotografica, curata sempre da Franco Puxeddu. “Non è solo un’esposizione”, sottolinea Franco “ammirare una rosa durante la sua fioritura, non rappresenta solo un godimento per la vista, ma un’ esperienza sensoriale a 360°: perché una rosa è profumo prima di tutto”. E del concetto olfattivo Franco ne fa il principio della sua passione “ho riscoperto per caso il profumo delle rose, quello che era naturale sentire un tempo, quando la natura era intatta, e non manipolata, trattata, modificata. L’idea di rosa che esiste ora è il frutto di arrangiamenti per rispettare le regole del mercato che pretende una fiore rigido, dai petali spessi e dalla fioritura lunga giorni. Ma la vera rosa, quella originaria, è tutto il contrario: innanzitutto la fioritura, che è questione di ore, dura pochissimo, e di norma, il tempo previsto per il giorno della mostra dovrebbe agevolarla. E poi i petali: le rose più pregiate hanno la caratteristica dell’impalpabile, perché il fiore è morbido e finissimo”. Oltre al pollice verde, come ogni passione che si rispetti, c’è tanto studio: della storia della pianta prima di tutto, che andando di pari passo con la storia dell’uomo, ci ha regalato selezioni, ricerca e nuove specie di rose. E poi, una breve ma importante considerazione sull’importanza del ritorno ai ritmi di un tempo: “andiamo troppo di corsa e pretendiamo che la natura corra con noi. Siamo impazienti, ma non ci rendiamo conto che il vero ritmo è quello dell’ambiente naturale in cui viviamo. Le rose rispettano quei ritmi e se vuoi assistere allo spettacolo della fioritura devi saper aspettare”.