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La burocrazia: il problema

di Fausto Mura

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"La burocrazia rallenta l'attuazione dell'Accordo di programma per l'area di Tossilo" è la denuncia che viene fatta da sindaci, amministratori, imprenditori e beneficiari degli incentivi previsti dal "progetto di sviluppo locale".

Sono tutti concordi nell'individuare la causa dei ritardi. Il progetto è valido, può essere un utile strumento per la ripresa e il rilancio economico del territorio, sostengono tutti i soggetti coinvolti, però le procedure burocratiche e normative per la definizione delle pratiche sono lunghe e complesse, che non coincidono con il tempi dell'impresa e dell'investimenti produttivi. Questo è successo a Tossilo e rischia di ripetersi per gli interventi previsti per le altre aree della provincia, Ottana, Pratosardo, Siniscola.

Noi lo denunciamo da anni, o si riforma la burocrazia a tutti i livelli oppure non si crea sviluppo. E' il problema. Da decenni si ripete e si proclama la stessa denuncia, ma niente si fa perché si avvii un forte e deciso cambiamento di rotta. Non bastano le considerazioni, pur legittime ed opportune di politici e amministratori che evidenziano la gravità del problema. Occorre che la politica, le istituzioni tutte decidano con proposte concrete e riforme serie ed operative di "spezzare una volta per sempre le catene della burocrazia". E' arrivato il tempo di dire basta a questa vergogna solo italiana, che manifesta la presenza ancora di uno stato borbonico e brutalmente burocratico.

Il Governo centrale ogni tanto propone e approva leggi cosiddette "di semplificazione dell'appartato dello Stato." Ma non si semplifica un bel niente, in certi casi anzi certe normative aggravano la situazione, per le imprese e per i semplici cittadini. E riguardano purtroppo tutti i settori della nostra vita, economica e sociale. E coinvolge quasi in egual misura lo stato centrale, la regione e a seguire tutti gli altri enti ed organismi territoriali ed istituzionali. Nessuno escluso. La semplificazione burocratica è inesistente negli atti e nelle azioni politiche e amministrative delle diverse strutture che rappresentano la complessa ramificazione dello stato italiano. Le leggi e i regolamenti che queste producono aggravano la situazione e rendono sempre più difficile la vita dei cittadini. Una giungla. Gli interventi che servono invece a modernizzare la nostra società vengono consapevolmente ignorate perché così conviene alla politica e ai potenti apparati burocratici. Molto spesso la politica fa da stampella alla burocrazia e viceversa.

Vogliamo fare qualche esempio che interessa la nostra regione Sardegna. Alcuni mesi fa la maggioranza dei sardi ha votato, con apposito referendum, la cancellazione delle province, l'abolizione dei consigli di amministrazione degli enti, delle agenzie e società pubbliche. Non si parla più di riforma della regione. Tutto è stato affossato per convenienze politiche di parte. I cittadini chiedono giustamente la riduzione drastica dei costi della politica, ma intanto aumentano decisamente i costi dell'apparato burocratico della nostra regione. Dirigenti, fiduciari esterni, consulenti, segretari particolari, consiglieri di amministrazione dei enti e società del sottobosco regionale che molto spesso sono assunti non in base alle competenze ma sulla base dell'appartenenza politica: costo un miliardo. Il 90 per cento dell'intero bilancio della regione viene speso per le spese correnti, solo il 10 per cento per le spese di investimento. E intanto non si trovano i soldi per la cassa integrazione e per la mobilità dei lavoratori.

Cosa dire a conclusione. Proviamo rabbia e amarezza ma non rassegnazione. L'anno venturo si dovrà eleggere il nuovo consiglio regionale. I sardi dovranno scegliere i sessanta consiglieri regionali che governeranno la Sardegna dal 14 al 2020, anni decisivi per il futuro della nostra isola. Bene, diamo il voto a quelle forze politiche, a quei rappresentati che ci garantiranno un progetto di Sardegna di vero e autentico cambiamento. La riforma della burocrazia e della pubblica amministrazione deve essere il primo tassello. Perché questo è il problema.

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