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Non si placano le proteste per il voto contro la doppia preferenza di genere

a cura della redazione
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Il voto segreto di giovedì in consiglio regionale ha affossato il tentativo di inserire nella nuova legge elettorale la doppia preferenza di genere. Ma pare non finisca qui. Le proteste si stanno levando da più parti. Quel diritto negato trova consenso solo dentro il palazzo. Le amministratrici barbaricine sono disgustate e arrabbiate e non vogliono che ci si rassegni “all’ennesimo voto segreto”. Nella rete stanno nascendo diverse iniziative. Una petizione, a dire il vero, nata già prima della famigerata sera, si rivolge ai consiglieri regionali per “rendere effettivo un principio irrinunciabile per garantire l'obiettivo della parità di genere nelle istituzioni politiche. Rendete possibile già dalle prossime elezioni un significativo e civile cambiamento: non lasciate la Sardegna indietro di secoli”. L’obiettivo non si limita a chiedere “la doppia preferenza di genere (come prevede la legge della Campania), ma anche l'obbligo per tutte le liste di alternare il nome di un uomo e di una donna (come prevede la legge del Veneto)”. L’iniziativa è ancora valida, ovviamente servono numeri (e non le sole 5 mila firme che si chiedono nella petizione) per far arrivare questa voce democratica dentro un palazzo sordo. Questo volta non ci si vuole rassegnare. Si vuole fare rete, incontrarsi, manifestare. Su facebook è stato creato un evento per organizzare una manifestazione di protesta martedì a Cagliari, davanti al consiglio regionale, “perché – si legge - riteniamo vergognoso quanto accaduto e vogliamo portare a Cagliari, da tutta la Sardegna, il nostro forte dissenso”.   

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