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Ollolai. L'abbraccio della comunità al suo Parroco

In occasione dei festeggiamenti per i 50 anni di sacerdozio di don Filippo Fancello

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OLLOLAI. Una festa. Una grande festa per un grande parroco. Ieri pomeriggio la Chiesa di San Michele Arcangelo era stracolma per i 50 anni di sacerdozio di don Filippo Fancello, bis della festa celebrata a Dorgali, sua città natale, che anche lì aveva registrato “il tutto esaurito”. In Chiesa c'erano persone accorse da tutte le parrocchie in cui don Filippo è stato in questi 50 anni: Bitti, Orgosolo, Oliena, Gavoi, Torpè, naturalmente Dorgali e tutta Ollolai. Una dimostrazione di affetto, un riconoscimento per una persona umile, modesta e semplice, sempre disponibile con tutti. Come ha sottolineato lo stesso festeggiato: “la porta qui è sempre aperta, a tutte le ore, senza campanelli”.
“Mi sono commosso soprattutto per i miei uomini” dice oggi don Filippo riferendosi alla massiccia presenza di uomini ollolaesi. “Mi sono commosso davvero per tutto questo affetto”.


La Messa. E' stata concelebrata con la collaborazione di altri 16 parroci, tutti quelli del circondario e tanti altri amici del Nostro. C'erano l'ex Vescovo di Nuoro, monsignor Pietro Meloni; don Pietro Puggioni e Antonio Falconi di Fonni (anch’egli ordinato sacerdote 50 anni fa); i tre giovani parroci di Sarule (Roberto Carta), Gavoi (Gianfranco Nieddu) e Lodine (Michele Pittalis); non potevano mancare i tre di Ollolai: Aldo Cottu, Giovanni e Tonino Carta; Giovanni Delogu di Siniscola; i gavoesi don Albino Sanna e Antonio Sedda (il primo è a Roma, il secondo a Nuoro); c’era Giuseppe Zizi che 17 anni fa sostituì don Filippo a Torpè; Nicola Porcu di Olzai; don Giuseppe Piu di Sarule; Giovannino Puggioni da Nuoro.


Il Sindaco. Marco Columbu ha sottolineato le grandi virtù del pastore “quelle che ti riconosce tutta la nostra comunità. La tua grande dedizione e sensibilità ai problemi sociali. Questo è il momento di esprimere tutta la nostra riconoscenza verso di te, leale partecipe alla vita del paese su cui abbiamo sempre contato nelle circostanze liete e in quelle tristi. Filippo ti vogliamo bene”.


L'omelia. L'emozione non ha tradito la lucidità di don Filippo che in una lunga omelia (“oggi me lo posso permettere” si è quasi giustificato) ha ripercorso la sua vita sacerdotale. Partendo dal lontano 24 maggio del '63. “Era il primo pomeriggio, il giorno della festa della Madonna ausiliatrice, quando il mio pastore don Meloni mi disse che dopo un mese sarei diventato sacerdote. Lo sapevo da 13 anni, ma sentirlo mi rese cosciente del grande passo. Per me fu una notte di preghiera e riflessione”. Ha proseguito parlando dei grandi sacrifici familiari “di mamma, babbo, Zizzu e Annarita che mi sostenevano con grandi sacrifici e amore. Pagare 10 mila lire di retta per il seminario non erano bazzecole per una famiglia povera”. Per concludere con l'arrivo a Ollolai, “quasi 17 anni fa. Dove decisi di venire solo e arrivare qui. Mi fermai al portone per salutarvi e conoscervi. Era il mio modo di propormi”.
Durante la Messa sono intervenuti anche Monsignor Pietro Meloni (“in lui abbiamo visto il buon pastore che desidera Papa Francesco, quello che sente l'odore delle sue pecore”) e don Giovanni Carta (“ero presente quando è diventato sacerdote, ho messo anche io la mano per farlo diventare prete. Dunque Filippo, devi ringraziare anche me se sei prete”).

Marco Columbu, sindaco di Ollolai

Il Vescovo don Pietro Meloni

Don Filippo Fancello

Don Giovanni Carta

 

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