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GAVOI. Quando il diritto alla studio viene negato. Il caso del Floris

Domani assemblea pubblica, martedì a Cagliari

a cura della redazione
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GAVOI. Sono sul piede di guerra gli studenti dell’Istituto Floris di Gavoi (dallo scorso anno accorpato al Ciusa di Nuoro). Anche quest’anno, infatti, studenti, genitori e docenti dovranno lottare per difendere il diritto allo studio. Diritto sancito dalla Costituzione ma che sembra latitare in Barbagia. A rischio geometri e, soprattutto il classico. A Gavoi non ci saranno più le prime tre classi del geometri e neppure la terza liceo, anche se lo scorso anno, alla fine delle proteste, si promise (almeno per l’ultimo anno) la classe ministeriale visto che negli ultimi anni si è andati avanti con la formula del “progetto”, la cosiddetta classe fantasma. I ragazzi frequentavano una classe che di fatto non esisteva, perché alla fine dell’anno dovevano sostenere un esame alla stregue dei “privatisti”. “La situazione è molto critica – dice Jessica Ghisu che dovrebbe cominciare il suo ultimo anno di Liceo – per l’ennesima volta ci hanno preso in giro”. Ora come ora dunque a Gavoi non c’è più il classico e fra due anni neppure l’indirizzo geometri. “La nostra situazione è probabilmente la più grave della scuola in questo momento – spiega Jessica - in quanto la metà della classe vive a Ovodda e con la chiusura definitiva sarebbero costretti a cambiare corso di studi in quinta, compromettendo irreparabilmente la propria carriera scolastica”. Ma i giovani non si arrendono e lotteranno fino alla fine per difendere la propria scuola. Per domani alle 19 è in programma un’assemblea per spiegare pubblicamente la loro situazione e cercare aiuto e sostegno in tutto il territorio. Martedì, invece, andranno a Cagliari. “Si taglia sempre sull'istruzione – scrivono gli studenti - senza considerare il fatto che è proprio con essa che si potrebbero cambiare le cose”. 

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