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"L'agricoltura porterà l'Italia fuori dalla crisi"

Intervista a Nicola Gozzoli, fondatore della Lega della Terra

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Abbiamo intervistato Nicola Gozzoli fondatore della Lega della Terra, associazione apartitica nata da poco più di sei mesi, impegnata per il rilancio e la valorizzazione dell’intero comparto agricolo italiano. L'associazione si sta radicando su tutto il territorio nazionale ed è presente anche in Sardegna. Gli attivisti sono agricoltori o comunque persone direttamente occupate nel settore primario; il loro obiettivo è quello di adottare progetti concreti su scala nazionale per il rilancio dell'agricoltura. Negli ultimi giorni l'Associazione ha lanciato una vera e propria offensiva mediatica ed istituzionale relativamente ai vaccini usati per contrastare la lingua blu degli ovini.

Chi è Nicola Gozzoli?
Agricoltore, Tecnologo Alimentare, riservato, stanco dell’isolamento in cui l’agricoltura è stata rilegata per troppi anni dai nostri politici romani.

Perché un moderato cattolico come lei ha deciso di fondare ufficialmente una Associazione agricola?
Come agricoltore mi sono trovato davanti ad un bivio: o lasciarsi andare al nulla o decidere di lottare in modo costruttivo e non urlando a vuoto. Volevo costruire qualcosa di serio che proponesse al mondo agricolo una visione programmatica a medio-lungo termine. Insieme a diversi amici abbiamo attivato una Associazione che dialoga tranquillamente e serenamente con tutti, senza pregiudizi e condizionamenti.

Con chi dialoga la Lega della Terra?
Con tutti, senza chiedere l’appartenenza politica, senza problemi.

Voi parlate di Piano Agricolo Nazionale, di cosa si tratta?
Si tratta del primo Piano Agricolo da novantanni a questa parte. L’Azienda Agricola, più di ogni altra attività, per lavorare ha bisogno di certezze e di sicurezze. Il Piano Agricolo da noi proposto vuole dare tutto questo definendo delle linee guida per una nuova legislazione. Addirittura ci siamo rivolti a tutti gli agricoltori per avere suggerimenti ed idee concrete per migliorare e sviluppare ulteriormente tutto il Piano. Grazie a tutte le mail che sono arrivate a pianoagricolonazionale@legadellaterra.org abbiamo già rivisto il Piano ben quattro volte. Attualmente il Piano tratta argomenti come banche, giovani, imprenditoria agricola femminile, sburocratizzazione ed informatizzazione, riduzione dei costi aziendali, Equitalia, green economy, mass media, grande distribuzione organizzata, Consorzi agrari, Comitato agricolo presso il Ministero, ogm, principio della localizzazione, tutela idrogeologica del territorio, Pac, pagamenti agricoli, mercati contadini, terremoti e calamità naturali, Ministero delle Politiche Agricole, De.C.O..

Lei parla di convocazione di un Consiglio dei Ministri unicamente per il settore primario, non Le sembra di esagerare?

Assolutamente No! In Italia c’è l’abitudine di perdere tempo in chiacchiere di cose inutili. Dobbiamo essere assolutamente concreti perché la crisi di tutto il comparto primario si trova davanti a un punto di non ritorno. Una convocazione di un Consiglio dei Ministri fuori dalla città di Roma in una zona a grande vocazione agricola come quella di Pavia darebbe sicuramente, indipendentemente dai contenuti, un segnale ineguagliabile per gli agricoltori che da anni aspettano atti seri e tangibili.

Perché Lei sostiene che sia proprio l’agricoltura a portare l’Italia fuori dalla crisi?
La risposta a questa domanda è già scritta nella storia del nostro Paese.

Non capisco.
Nel 1929 il Paese europeo che meglio è uscito dalla crisi finanziaria causata dal crollo della borsa americana fu proprio l’Italia; questo poté accadere grazie alla sua maggiore ruralizzazione rispetto per esempio alla Francia e alla Germania. Questa situazione, rilevata da tutti i giornali, dalle cronache e dal Governo dell’epoca, fu ulteriormente rafforzata da una forte spinta politica verso un miglioramento dell’agricoltura italiana sotto vari aspetti come la meccanizzazione, l’organizzazione e la distribuzione delle terre coltivabili.

Una persona riservata e schiva che addirittura lancia in prima persona una petizione nazionale?
Ci sono certi momenti della vita che ti cambiano profondamente; le situazioni di grande difficoltà risvegliano a volte un grande coraggio e una forza interiore che non si pensa di avere. La rinascita dell’agricoltura riguarda tutto il Belpaese perché bandiera ufficiale di tutti gli italiani, dovunque essi si trovino.

Cosa direbbe a un giovane agricoltore o comunque a un giovane sensibile alle tematiche agricole?
Di sostenere, nella modalità che ritiene giusta o comunque possibile, tutta l’attività della Lega della Terra. Di non arrendersi e di pretendere, sempre e comunque, un futuro migliore. Sono i giovani che devono guidare la voglia rinascita degli italiani.

Il motto preferito di Voi della Lega della Terra?
Chi crede nell’agricoltura crede nella nostra Italia.

Ha in cantiere altri progetti “rivoluzionari”?
La redazione della Lega della Terra ha deciso di rinunciare alle proprie vacanze estive per lavorare al Piano Fenice per il rilancio dell’agricoltura italiana che sarà presentato alla Cena Km 0 il 20 settembre a Legnago (VR).

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