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GAVOI. "Siamo costretti ad abbandonare gli studi"

La triste prospettiva del ragazzi del Floris. Oggi il sindaco a Cagliari per cercare di trovare una soluzione

a cura della redazione
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GAVOI. Il sindaco di Gavoi Nanni Porcu incontrerà questa mattina a Cagliari, insieme all’assessore di Ovodda Gianni Bua, il direttore generale dell’ufficio scolastico regionale Francesco Feliziani. Al centro della discussione ci sarà il destino degli studenti dell’Istituto Carmelo Floris. L’obiettivo degli amministratori barbaricini è, infatti, come deciso ieri sera nell’assemblea convocata da studenti e genitori,  quello di portare a casa la quinta liceo classico, la terza e la seconda geometri. Per la terza geometri si chiederà la deroga. La classe è composta da 16, due in meno rispetto al numero minimo richiesto. In alternativa si punterà su una classe articolata con la terza Igea (si frequentano insieme le materie comuni, in diverse aule quelle specifiche). L’articolata sarà chiesta anche per la seconda. “Obiettivi non scontati – ha detto in chiusura il sindaco -. Difficilmente avremo una risposta immediata, anzi penso proprio che si deciderà tutto a scuola oramai cominciata”. Nell’assemblea di ieri è emersa tutta la preoccupazione dei genitori e degli stessi studenti che rischiano, a seconda della decisione che verranno prese, di vedere compromessa la propria carriera scolastica. I sette ragazzi del liceo, che questa mattina saranno a Cagliari, sono sicuramente quelli con più apprensione. “Cosa faremo se non ci daranno la classe?” dicevano a fine incontro. Rassicurazioni e risposte che non hanno avuto dal proprio dirigente scolastico, il professore Francesco Cucca, presente ieri a Gavoi, secondo il quale la quinta non ci sarà perché “non c’è continuità”. Insomma dopo il danno di due anni di classi a progetto anche la beffa di dover abbandonare Gavoi e per qualcuno la scuola. Alcuni di loro sono di Ovodda, per loro andare a Nuoro significherebbe partire le 7 e rientrare dopo le 16. “In questi due anni ci hanno sempre rassicurato del fatto che per l’ultimo anno la quinta sarebbe stata ministeriale. Oggi tornano indietro dalla parola data come se niente fosse” è stato l’amaro commento  all’uscita dalla sala consiliare. Non meno rosea la situazione per le geometri. Una delle paure più grandi è che quest’anno si prendano decisioni, anche difficili, per ritrovarsi il prossimo anno nella stessa situazione. “Mio figlio l’anno scorso si è trasferito dal liceo di Sorgono alle geometri di Gavoi. Non possiamo chiedergli di cambiare classe anche quest’anno” ha detto un genitore di Ovodda, “anche perché il prossimo anno potrebbe succedere la stessa cosa”. Sulla stessa linea una mamma. “Io posso iscrivere mio figlio all’Igea, ma chi mi assicura che la classe concluda il suo percorso a Gavoi?”. Si rischia, in poche parole, di compromettere le carriera scolastica di tanti giovani che già con grandi sacrifici oggi riescono ad andare a scuola. Secondo il preside bisogna essere razionali e guardare in faccia la realtà “non serve a nulla andare a Cagliari con le bandiere”. Difficile che il suo suggerimento venga accolto anche perché di realismo nei volti, nelle parole e comportamenti di genitori (ma anche dei figli) ce n’è tanto. Per tantissimi di loro abbandonare Gavoi, significa sul serio abbandonare la scuola. “Mio figlio mi ha detto che se chiudono a Gavoi verrà a lavorare in azienda – ha detto un altro genitore di Ovodda -. Sono rimasto senza parole. Lui è in terza, ma penso che alla fine se non ci daranno la classe andrà veramente cosi. Sarebbe una sconfitta”.    

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