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Invidia ed empatia

di don Pietro Puggioni

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“E’ sempre stato un mistero per me come gli uomini possano sentirsi onorati dalla umiliazione degli altri”.

La citazione di Gandhi mi ha riportato agli inizi della mia missione a Fonni. Nelle prime interviste venni a conoscere, con gioia, i numerosi aspetti positivi del paese. Fu grande la mia meraviglia, da orunese, che l’elenco delle criticità e negatività avesse al primo posto l’invidia. Quante volte in seguito questa parola tornerà nei commenti di vari episodi. L’invidioso confessa in fondo la propria inferiorità, senza guadagnarci nientre, come ad esempio chi ruba. Trova sempre un cattivo compagno di viaggio in chi si rallegra per le sventure altrui. Una gioia amara che non aiuta ad affrontare le proprie, anzi rende arido il cuore e atrofizza i muscoli della gioia.

L’invidia, quando diventa parola, demolisce la fama della vittima di turno, può arrivare a inventare vere e proprie calunnie. Miopia che impedisce di vedere il bene che in varia misura c’è in ognuno. L’invidia, quando diventa azione, può progettare cose sinistre: suggerire la vendetta in nome della giustizia, distruggere l’armonia di una coppia in nome del proprio fallimento, persino attentare al benessere economico faticosamente e onestamente raggiunto.

Da questi accenni si capisce non solo l’irrazionalità dell’invidia ma addiritura la dimensione antievangelica.

Il magistero di Papa Francesco ha denunciato la presenza dell’invidia e della felicità per le disgrazie altrui nella vita dei cristiani. Ecco perchè questo editoriale non vuol essere condanna di qualcuno, ma invito alla riflessione.

C’è un’altra parola che dovrebbe entrare con onore nel vocabolario della vita fonnese: empatia, che è l’opposto dell’invidia.

Empatia è sapersi mettere nei panni degli altri, intuire emozioni e sentimenti dell’altro, entrare in sintonia. E’ il fondamento dell’amore, della amicizia, del rispetto e della solidarietà. San Paolo nella sua Lettera ai Romani indica il superamento dell’invidia col celebre invito: “Rallegratevi con quelli che sono allegri, piangete con quelli che piangono.”

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