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OLLOLAI. Ribellione contro la Tares: restituiti i bollettini

a cura della redazione
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Hanno restituito i bollettini della Tares (Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi) in Comune i commercianti di Ollolai. In prima fila i ristoratori e i baristi, i più penalizzati dalla nuova tassa che hanno visto aumentare a dismisura. “Del 300 per cento” dice Michele Bussu dell’agriturismo Palai, tra i protagonisti della rivolta: non intendono pagare questa Tarsu e minacciano di restituire anche le licenze. “Stiamo parlando di cifre stratosferiche, impossibili da proporre a delle attività come le nostre”.

La protesta ha trovato anche ieri la comprensione degli amministratori comunali, che da tempi non sospetti denunciavano questa ingiustizia. “Vedrete che i capri espiatori saremo noi – dicevano sindaci e assessori dei Comuni della Barbagia – che hanno sempre attaccato i giochi politici del governo nazionale che puntava le luci dei media sull’abolizione dell’Imu (bassa sulle prime case e sulle famiglie numerose) mentre dall’altra approvavano il salasso della Tares.

Detto fatto. In questi giorni sono arrivati i regali di natale. Le già care cartelle della Tarsu sono lievitate con la nuova Tares che il prossimo anno cambierà ancora il nome ma non la sostanza. Ed il dito dei cittadini non può che essere puntato su di loro.

Con la Tares, introdotta dal Governo Monti nel 2011, il costo è a totale carico del contribuente (nel Comune di Ollolai con la Tarsu il 25 per cento ero coperto dal Comune), con un aggravio per le famiglie numerose e le attività commerciali perché le linee guida prevedono il pagamento in base alla produzione. “Con il non piccolo particolare – spiega l’assessore Mario Nonne che si è occupato della questione – che i parametri sono stati stabiliti da Roma non tenendo conto che un ristorante di Ollolai produce molti meno rifiuti di uno della Capitale”.

“Purtroppo questa è la realtà – continua l’amministratore –. Per quanto a noi concesso abbiamo fatto il possibile per venire incontro alle esigenze dei contribuenti. Visto che abbiamo poche attività produttive abbiamo deciso sulla suddivisione tra esercenti e utenze domestiche nelle percentuali del  10 – 90 per cento; cioè recuperare il 10 per cento del totale dai primi e l’80 dai secondi. Inoltre abbiamo fatto il massimo dello sconto concessoci (20 per cento) alle attività più penalizzate giustificandole come fondamentali per la ricettività turistica”.

In quanto alla proposta dell’opposizione di non passare alla Tares ma continuare con la Tarsu Mario Nonne è chiaro.  “Gli aumenti sarebbero ricaduti tutti sui pensionati e su chi abita da solo, cioè sulle categorie più disagiate. Questi, infatti, non avrebbero più potuto contare sugli sconti del 25 per cento (pensionati) e 10 le persone che abitano da sole”.
“Capiamo le lamentele e il gesto di chi ieri ha restituito i bollettini – continua -. Insieme a loro abbiamo deciso di scrivere al Prefetto per metterlo a conoscenza di questo disaggio. Ma purtroppo siamo solo all’inizio. Il 2014 non comincerà bene per le nostre tasche. Dovremmo pagare la Tarsu del 2012 e poi subito dopo anche la Iuc”.

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