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GAVOI. Oggi ottavo appuntamento con la rassegna cinematografica Tumbarinu d'argento

a cura della redazione
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GAVOI. Sarà il film di Sergio Castellitto, Venuto al mondo, l’ottavo appuntamento del premio Tumbarinu d’argento, che sarà proiettato questa sera alle 21 nell’auditorium dell’’Istituto Carmelo Floris. La rassegna cinematografica, che terminerà il 14 febbraio, è promossa dalla Prociv Arci, e quest’anno è incentrata sulle diseguaglianze.

 

La trama del film.

Gemma, dopo molti anni di assenza torna a Sarajevo, portando con sé il figlio Pietro. L'occasione è l'invito che le ha fatto Gojko, poeta estroverso e un tempo sua guida in Bosnia, per una mostra fotografica sulla guerra. Gemma proprio in Bosnia, prima dell'inizio del conflitto, aveva conosciuto Diego per il quale aveva mandato all'aria il proprio matrimonio. Da Diego però Gemma, per un suo difetto fisico, non aveva potuto avere figli. Ma il desiderio era così forte da spingerla ad accettare che il marito procreasse con un'altra donna disposta poi a cedere il neonato.

Il quarto film come regista di Sergio Castellitto è così complesso sul piano della scrittura che potremmo definirlo un film matrioska. Perché racchiude, una dentro l'altra, storie diverse ma aderenti a un'unica forma di base. C'è una storia di scoperta di un mondo ignoto (Gemma con Gojko). C'è l'amore sostenuto da una passione travolgente (Gemma e Diego). C'è il dramma della sterilità. C'è una guerra che devasta le coscienze .... e potremmo continuare.

Il regista Castellitto sa come gestire questo coacervo di sentimenti e pulsioni irrazionali. Lo sceneggiatore Castellitto (insieme all'autrice del libro nonché consorte Margaret Mazzantini) meno. Perché a situazioni di grande forza espressiva se ne giustappongono altre che, se hanno una loro logica e forza sulle pagine di un romanzo, le diluiscono in retorica una volta portate sullo schermo. Se ci si aggiungono alcune scelte musicali perlomeno discutibili (a partire da un'"Ave Maria" di Schubert che si sovrappone al contesto senza aderirvi) si comprende come l'operazione (in cui si sente comunque l'onestà intellettuale e la partecipazione di tutti, Castellitto in primis) sia riuscita solo in parte.

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