Oggi è difficile prevedere il futuro dei nostri figli, ancor più generarlo, perchè le generazioni non si fotocopiano, come nel passato. Lo psichiatra V. Andreoli lo spiega con l’attuale società senza padri, in cui l’unico capofamiglia è il denaro, e al comandare di un tempo è subentrano il non meno dannoso lasciar fare. Per questo è necessaria una “visione di futuro” e il convergere di tutte le agenzie educative per creare ambienti idonei all’educazione. Tutti guardiamo con preoccupazione alla tv, al cellulari, a internet. La grande insidia è il dilagare della virtualità contro la realtà, a scapito della relazione diretta tra le varie età della vita. Col falso presupposto dell’amicizia tra padri, madri e figli si abbandonano atteggiamenti tradizionali che pongono delle regole contro lo spontaneismo. Ci deve essere il tempo del discepolo e quello del maestro, e le differenze devono essere rispettate e valorizzate perchè nell’educare non si è mai alla pari, altrimenti ci si persuade che educa-re non è necessario. E’ incredibile l’abilità tecnolo-gica dei ragazzi, persino dei bambini, con i telefonini e i computer, ma ciò non offre alcun aiuto nelle reali esperienze che la vita può riservare. I ragazzi soli davanti alle tecnologie non si sperimentano nella concretezza della realtà. Papa Francesco non si stanca di denunciare la mentalità dello “scarto”. L’età ultima della vita non può essere scartata perchè è quella delle domande essenziali della vita, del passaggio sulla terra, del limite dalla nascita alla morte. Urge così l’educazione interiore che non è fuga dalla realtà, ma apertura alla totalità della salvezza che la fede colloca in Gesù Cristo.