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Svendita totale degli operatori Cesil e Csl

Dopo anni di promesse e precariato rischiano di andare a casa.

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“Svendita totale, fuori tutto”. L’annunciano cosi la manifestazione di giovedì a Cagliari gli operatori del Cesil (Centri servizi per l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati) e dei Csl (Centri servizi per il lavoro). Che a parole gli assessori regionali al Lavoro hanno sempre definito: indispensabile e insostituibile per la comunità. Ma intanto rischiano di restare a casa dopo l’impugnazione da parte del Governo nazionale, davanti alla Corte costituzionale, del provvedimento del Consiglio regionale che finanziava con 12 milioni di euro gli Enti locali per garantire il loro funzionamento. Ma la vergogna è tutta sarda, perché dopo nove anni nessuna Giunta regionale è riuscita (o ha voluto) stabilizzarli e cosi continuano a lavorare di proroga in proroga con contratti a tempo determinato o di collaborazione. Nessuno. Ne destra ne sinistra. “I nostri contratti – dice Grazia Costeri del Cesil di Gavoi - prevalentemente co.co.co. e in parte a tempo determinato non sono più rinnovabili. Questa, purtroppo, non è la prima volta che ci troviamo in questa situazione”. Adesso i 365 operatori sono stanchi: “Abbiamo deciso di far conoscere a tutti questa situazione”. In Barbagia il Cesil serve 8 comuni: Gavoi (capofila) Ollolai, Olzai, Ovodda, Sarule, Lodine, Orani e Oniferi. In tutta l’isola ci sono 55 centri, mentre i Comuni interessati dal servizio sono 216. “Siamo tre operatori e un coordinatore – spiega Grazia Costeri - e ci occupiamo di soggetti svantaggiati, aiutiamo tutte le persone che hanno difficoltà a inserirsi nel mercato del lavoro. Noi non troviamo lavoro – continua sarcastica - ma aiutiamo le persone a farlo. In questi anni abbiamo costruito una rete di collaborazione oltre che con i servizi sociali dei comuni anche con molti altri servizi del territorio”. E chi vive nel territorio può testimoniarlo. E’ di ieri la lettera dell’assessore regionale al Lavoro Antonello Liori per chiedere “un intervento urgente del Ministro del Lavoro per scongiurare la sostanziale chiusura dei Centri per l’impiego della Sardegna, considerando che la Regione ha predisposto il Disegno di legge di riordino complessivo della materia, che a breve dovrebbe essere approvata in Consiglio regionale". Ma i precari sono stanchi di belle parole, lettere, promesse di stabilizzazione mai mantenute. Giovedì dalle 10 saranno a Cagliari davanti al palazzo del consiglio regionale con “eccezionali colloqui per il lavoro e magnifici curriculum in occasione della prossima cessazione delle attività dei servizi pubblici specialisti per il lavoro”.

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