Nella classe politica che vince le elezioni è ricorrente una cantilena: "lasciateci lavorare, abbiamo trovato una situazione disastrosa, stiamo operando, apriamo i bandi etc etc".
Tutto ciò sembra una panacea a qualsiasi dubbio, e anche nei social network impazzano i post degli accoliti che puntualmente informano gli utenti di quante volte il loro amato assessore ha fatto uso del wc o di qualsiasi altra operazione si voglia.
Detto questo è sottinteso che in questa continua campagna elettorale, il lievito della discordia e dei musi lunga la fa da padrone incontrastata, causando agli utenti finali non pochi mal di pancia.
Veniamo ai Pastori.
Usciamo con le ossa rotte da una annata dove ottanta Comuni su oltre trecento hanno avuto il territorio devastato dal ciclone Cleopatra, morti devastazioni e mille promesse senza che a tutt'oggi nessuno abbia dato niente a nessuno.
La stessa categoria usciva proprio in quel periodo da un'altra devastazione, la blue tongue, con danni accertati per circa cinquanta milioni di euro. Ad oggi sono stati liquidati solo dieci milioni.
Ma se Atene piange Sparta non ride e il dramma della peste suina africana sta portando all'estinzione, paradosso dei paradossi, proprio gli allevamenti sani, bloccati da una normativa ministeriale a cui nessuno ha voglia di opporsi.
Tutto questo tessuto produttivo si muove, o meglio si muoveva, grazie anche ai canali creditizi che ormai si sono irrimediabilmente interrotti e che hanno portato al tracollo finanziario di centinaia di aziende. Gli appelli volti ad una ricontrattazione dei mutui e di tutto il sistema creditizio agricolo sono caduti nel vuoto.
Carne di agnello. Oltre alle nostre proteste di singoli allevatori nessuno dei politici ha alzato la voce per contrastare una a cui faceva piacere vendere pesce anziché carne.
Potrei continuare all'infinito ma temo che sprecherei tempo e denaro nel cercare di lavare testa e corpo ad un somaro, memore come sono della sua predilezione per la polvere. Per fortuna, e non scherzo, l'ordinaria amministrazione degli assessorati è in mano ai funzionari che comunque sono vincitori di pubblici concorsi e che, a Dio piacendo, dovrebbero essere in grado di recepire, promulgare e rendere operative le direttive comunitarie che in questo momento sono la sola cosa certa. Sempre che la tua pratica non si impalli nei meandri delle anomalie.
Come vedete lo scenario che si sta’ prospettando non è dei migliori e le buone intenzioni pre e post elettorali stanno evaporando di fronte ad un immobilismo che quantificare adesso sarebbe molto riduttivo. Non posso certo tessere le lodi dei sindacati agricoli che lasciano scorrere il nuovo capitolo Pac in un contesto silenzioso tale da definire il nuovo periodo una restaurazione vera e propria, stile congresso di Vienna.
Speranze? Una sola: la piazza.
La piazza perché le proposte dei pastori sono state ignorate a vantaggio di una classe che vuole la morte della categoria; la piazza contro l'immobilismo che fa si che si usi l'arma della selezione naturale che decreta vita e morte di una azienda; la piazza che svegli l'immobilismo di questo forum universitario che non sta’ recependo i bisogni della gente; la piazza che veda magliette blu, gialle e verdi gridare al potere politico la rabbia di una categoria ancora una volta ignorata e che ricordi a qualcuno che noi possiamo essere sconfitti ma mai domi.
Bona Pasca Manna