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FONNI. Il comico Pucci risponde alle accuse

Ha inviato una lettera all'Unione sarda

a cura della redazione
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FONNI. Il comico Pucci, dopo il putiferio scatenato nella rete in seguito ad un suo post su Facebook in cui diceva di non essere stato pagato dal comitato della leva ’77 per la sua esibizione alla festa dei Martiri, ha inviato una lettera all’Unione sarda, dove cerca di rimediare alla gaffe addossando le colpe al suo agente sardo.

Il cabarettista esordisce chiedendo scusa “al popolo sardo di cui ho sempre avuto stima e rispetto, che però purtroppo non ha inteso bene le mie intenzioni”.  

Continua ricordando l’inizio della sua carriera che lo ha visto protagonista in tutte le piazze italiane. “In Sardegna mi sono esibito senza nessun problema, anzi in situazioni meravigliose attraverso cui sono entrato in contatto con persone dei comitati con cui sono nati rapporti di amicizia e stima reciproca”.

“Tutte queste esperienze – continua la lettera - sono state portate a termine grazie al mio agente sardo Davide Caputo che fino allo scorso anno mi ha "gestito" con responsabilità nei confronti del lavoro che entrambi andavamo a proporre. Mai uno screzio, mai un disagio”.

Quest’anno Pucci dice di aver dato l’esclusiva dei suoi spettacoli nell’isola ad altro agente che avrebbe programmato otto date. La prima delle quali proprio a Fonni per la festa dei Martiri circa un mese fa.

Tutto bene fino all’esibizione che “purtroppo dura, dicono, 32 minuti, in quanto un guasto tecnico provocato dalla negligenza organizzativa, mi costringe a fermarmi, malgrado ciò la gente rimane apparentemente contenta tanto che mi aspettano almeno 200 persone per foto e autografi”. Poi torna sul mancato pagamento, sostenendo che “due o tre personaggi del comitato ritengono con forte determinazione di pagarmi il compenso solo a metà in quanto lo spettacolo e durato metà di quello stabilito, purtroppo non funziona proprio così, si può discutere ci si può mettere d'accordo, ma il mio agente mi consiglia di salire in macchina e di andare a Cagliari prima che accada qualcosa di più grave, al che io senza discussione alcuna faccio altre due ore torno a Cagliari e per me era finita lì, anche se avrei voluto parlare con quei due o tre a cui stavo così antipatico”.

Dopo un mese, dunque qualche giorno fa, prosegue la sua ricostruzione il lombardo, scrive di essere stato contattato tramite il suo agente dall’agente sardo per rescindere il contratto per le restanti 7 serate in Sardegna “dicendo che la mia prestazione (Fonni) ha rovinato l'immagine della sua azienda al punto da avere difficoltà a "vendermi" nell'Isola. Come dire: oltre al danno, la beffa”.

Conclude rinnovando le scuse “al popolo sardo…ma non chiedo scusa di nulla a quelle persone che non sanno come organizzare eventi e con prepotenza trovano la soluzione, non funziona così” e adducendo di aver tolto il suo post da facebook per tutelare la figlia di 9 anni che “si è trovata davanti ad accuse e minacce davvero pesanti rivolte al suo papà”.

 

Il post del comico che ha innescato la polemica.

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