"Escluso dalla giuria del premio Ozieri per le mie posizioni sulla lingua sarda. E' stato il primo atto del nuovo Presidente, il rettore dell'Università di Sassari". L'accusa rivolta al professore Attilio Mastino arriva dallo storico di Ollolai Francesco Casula. "Il reato? - si chiede Casula su Facebook - le mie critiche alla sua politica linguistica. Eccone un esempio in questo articolo che scrissi due anni fa".
"L’Università dove il sardo è proibito"
"L’Università di Sassari, con protervia, insiste: nei Corsi di formazione degli insegnanti, finanziati dalla Regione, si rifiuta di utilizzare il Sardo come lingua veicolare, relegandola semplicemente ai laboratori. Al contrario dell’Università di Cagliari che invece svolgerà il 50% delle ore delle lezioni in Sardo. In sintonia con le linee d'indirizzo del Piano triennale 2008-2010 e del Movimento linguistico, così come si è espresso ad Alghero durante la recente Conferenza regionale annuale sulla lingua sarda. Il comportamento dell’Università sassarese è assolutamente ingiustificabile: per intanto a livello didattico. Le lingue si insegnano e si imparano, parlandole, usandole, praticandole. Insegnare la Lingua sarda – come qualsiasi altra lingua – senza utilizzarla è come insegnare a un giovane a guidare senza mai fargli utilizzare la macchina. O volergli insegnare il gioco del calcio senza mai farlo giocare: una colossale assurdità e scempiaggine. L’uso del Sardo, è previsto solo nei Laboratori. Come se il Sardo fosse una lingua “gerarchicamente” inferiore, incapace di esprimere i contenuti affrontati nei Corsi: come la storia della Sardegna, la letteratura sarda, la filologia, ecc. ecc. Dimenticando la lezione dei grandi linguisti secondo cui “L’insegnamento della lingua come materia a sé, non produce effetti significativi, se la lingua non è usata come strumento di insegnamento di altre materie e come mezzo per l’espletamento delle attività ordinarie, ossia come mezzo di comunicazione nelle situazioni di vita” (Renzo Titone). Di qui la polemica de su Comitadu pro sa limba sarda che denuncia: “Questo atteggiamento autocolonizzante contrasta l'aspirazione all'equiparazione della lingua sarda a quella italiana e quindi è antagonista al processo in corso verso il bilinguismo perfetto, è dannoso dal punto di vista di una politica linguistica di liberazione e sopratutto da quello didattico in quanto discriminatorio e umiliante nei confronti del Sardo rispetto alla lingua dominante. Ciò corrisponde ad una visione museale e da riserva indiana della lingua sarda che, considera ancora il sardo non la lingua nazionale del nostro popolo ma un ammasso di dialetti di valore inferiore a quello della lingua ufficiale dello stato e incapace di veicolare contenuti alti che invece sarebbe meglio insegnare in lingua italiana”.