“Volete un agnello nato, allevato e macellato in Sardegna? Comprate quello certificato Igp, è l’unico sicuro e garantito. Sugli altri non avete nessuna garanzia”. E’ quanto hanno detto questa mattina i vertici del Consorzio di tutela Igp dell’agnello di Sardegna (CON.T.A.S), durante una conferenza stampa a Nuoro in cui hanno anche lanciato un appello ai pastori che ancora non hanno aderito al consorzio: “iscrivetevi, tutti insieme potremmo costituire il consorzio più grande”.
Con il marchio Igp lo scorso anno sono stati marchiati 505mila agnelli poco meno della metà di quelli macellati in Sardegna (totale 1milione e 200). “Ma il trend è positivo dal 2011 – ha detto il direttore Patrizia Pitzalis – superati alcuni problemi, i pastori hanno capito che non basta avere un prodotto buono, occorre certificarlo”.
“Da quando c’è stato il riconoscimento Igp c’è molta più coscienza da arte del produttore e del consumatore – ha spiegato il responsabile regionale dell’istituto di controllo qualità e repressione frodi Renzo Moro -. All’inizio le frodi erano all’ordine del giorno, oggi sono quasi inesistenti”. Nonostante ciò i controlli sono molto efficaci e severi ha garantito: “sono tanti e incrociati. E’ quasi impossibile illuderli. Ai consumatori che volessero acquistare un agnello sardo, per questo dico di comprarlo certificato Igp, con gli altri non ci sono certezze, occorre affidarsi alla buona fede di chi te lo vende”.
Alla conferenza stampa era presente anche Girgio Vidili in rappresentanza dell’associazione dei consumatori Cittadinanzattiva: “Sosteniamo il consorzio perché i consumatori chiedono chiarezza sulla provenienza. La maggior richiesta da parte dei cittadini è che accanto agli agnelli in macelleria ci sia l’etichetta che ne indica la provenienza”.
“Nel nostro agnello è specificata, gli altri invece hanno regole meno stringenti e su quest’aspetto sorvolano – ha risposto alla richiesta dei consumatori il presidente del consorzio Salvatore Bussu sottolineando il vantaggio del consorzio -. Ad oggi solo i bovini hanno l’obbligo di indicare la provenienza, vantaggio che deriva dalla diffusione della mucca pazza. La novità è che dal primo gennaio 2015 – ha aggiunto – tutte le altri carni dovranno indicare la nazione di provenienza, non la regione. Questo andrà a svantaggio degli agnelli sardi che non sono associati al consorzio, perché mentre i nostri sono agnelli Igp di Sardegna, gli altri verranno identificati come italiani”.
Il pastore che fa parte del Consorzio, “oltre al vantaggio della tutela di una delle nostre eccellenze agroalimentari – ha detto il presidente regionale della Coldiretti Battista Cualbu – potrà godere di 9 euro ad agnello. Lo scorso anno hanno ricevuto quasi 8 euro. E’ previsto, infatti, dall’Unione europea una dotazione di 5,5 milioni di euro per quegli allevatori che si impegnano a rispettare un disciplinare per il miglioramento della qualità delle produzioni agricole”.