Un tipo da spiaggia, nelle cui vene non scorreva certo l’ottimismo, a chi, sotto le feste, gli stringeva la mano con: “Auguri!” rispondeva indifferente: “Angurie!”
In effetti la parola Auguri può rivelarsi semplice desiderio che si realizzi in chi salutiamo tutto il bene possibile, oppure sincero impegno a contribuire a realizzare tale bene.
Il futuro non sta nelle nostre mani. Le lenticchie del cenone non necessariamente diventeranno monete abbondanti nelle nostre casseforti. Le sparate pirotecniche contro le pagine grigie dell’anno che finisce non assicurano quelle del nuovo anno come noi vogliamo. Le luci abbondanti delle luminarie non è detto che arrivino a illuminare il cuore. La mezzanotte del 31 dicembre è il crinale di un brevissimo presente tra un passato che possiamo solo rivisitare e il futuro che possiamo solo immaginare, ma non ipotecare pur con tutta la nostra fervida fantasia.
Quando auguriamo Buon Anno come cristiani auguriamo a noi stessi e agli altri di vivere il tempo come tempo di Dio, di giocare una scommessa nel ricominciare tutto da capo, accogliendo la novità di Chi ha detto “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”. Non possiamo vivere il 2015 semplicemente come abbiamo vissuto il 2014.
Pur vivendo nello stesso paese, nella stessa famiglia e con gli stessi amici, sappiamo che le condizioni esterne non sono decisive. Dio ci dà nuove possibilità, apre nuove strade, offre nuove ispirazioni perché la nostra vita si rinnovi continuamente, prima nel nostro intimo dove Lui abita e poi nell’incontro con gli altri.
A tutti gli amici gli Auguri più affettuosi di un Anno 2015 ricco di bontà e di amore nelle strade di Dio.