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Efisio Arbau: "no alla vaccinazione coatta delle pecore". Interrogazone di sette consiglieri di maggioranza che chiedono la revoca dell'assessore alla Sanità

a cura della redazione
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“L’assessore alla Sanità scarica le proprie inadempienza sui pastori, punendo chi si oppone ai vaccini per la lingua blu. Forse è meglio che liberi il posto”.

E’ questa in sintesi ciò che chiedono con un’interrogazione al Governatore Francesco Pigliaru, sette consiglieri regionali di maggioranza (Gaetano Ledda, Daniele Cocco, Alessandro Unali, Piermario Manca, Efisio Arbau, Michele Azara e Raimondo Perra), rimasti basiti per il comportamento del responsabile alla Sanità, che non avendo rispettato gli impegni assunti (la vaccinazione sarebbe dovuta partire la scorsa primavera, invece è cominciata solo a settembre) costringe i pastori a vaccinare le pecore a febbraio “proprio nei mesi di maggior lattazione – spiega Efisio Arbau - in cui si produce il maggior reddito dell’intera stagione produttiva”.

L’assessore, infatti, a settembre ha firmato un decreto (n. 22 del 10 settembre 2014 “Profilassi vaccinale obbligatoria contro la febbre catarrale degli ovini. Adempimenti periodo 2014- 2015”) “in cui – si legge nell’interrogazione - impone a tutti la profilassi, non curandosi della stagione, e addirittura stabilendo pesanti sanzioni per chi intendesse sottarsi: perdita degli indennizzi e sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di 258,23 euro ad un massimo 1.291,14 euro. Prevedendo inoltre che il sindaco, in qualità di Autorità Sanitaria Locale, debba emanare un’ordinanza per l’effettuazione coattiva della profilassi vaccinale”.

“Abbiamo diversi casi di pastori che si sono opposti alla vaccinazione coattiva coscienti della perdita degli indennizzi – spiega Arbau – non per capriccio, ma per tutelare il proprio gregge; hanno paura degli effetti collaterali perchè la profilassi si sarebbe dovuta effettuare quando le pecore erano gravide o appena partorito”.

“In questi giorni – ricorda Efisio Arbau - i servizi veterinari (gestiti dagli stessi responsabili che nel 2013 hanno consentito il dilagarsi della patologia) stanno chiedendo ai sindaci di emanare ordinanze che obbligano alla vaccinazione. Misura di dubbia utilità perché la patologia si diffonde con la puntura di un insetto e la mancata vaccinazione espone la sola azienda coinvolta, senza creare danno ad alcuno”.

“Il mondo agropastorale non può essere costretto a subire passivamente decisioni prese nella splendida solitudine dei bunker assessoriali – c’è scritto nell'interrogazione - ma deve essere protagonista attivo e responsabile delle scelte di politica agricola e sanitaria che lo riguardano”.

I sette consiglieri imputano all’assessore di aver gestito in modo “meramente burocratico il decreto 22” per questo chiedono l’intervento del presidente Pigliaru “per la revoca, o quantomeno la sospensione del provvedimento”.

E sempre rivolti al capo della Giunta gli chiedono se non sia forse il caso “di procedere alla revoca immediata dell’assessore della Sanità, vista la sua inerzia verso la gravissima situazione di caos e malcontento diffusi nel mondo agropastorale, e non solo, e le la sordità dimostrata verso le reiterate richieste di intervento sollecitate dai rappresentanti della maggioranza che governa la Regione”.

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