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Dal primo aprile etichetta trasparente anche per carni ovine, caprine e suine

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Una notizia tanto attesa dai produttori e dai consumatori. Finalmente dal primo aprile non sarà più anonima la provenienza della carne fresca di maiale, di agnello e capretto grazie all’entrata in vigore anche in Italia del nuovo Regolamento che impone l’indicazione del paese di origine o del luogo di provenienza delle carni fresche, refrigerate o congelate di animali della specie suina, ovina, caprina e di volatili.

“Un risultato storico frutto della lunga battaglia della Coldiretti – lo definisce il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu che anche meno di un mese fa ha promosso con la sua organizzazione un convegno sulle etichette trasparenti –. Finalmente si farà chiarezza sulla provenienza delle carni dando gli strumenti ai consumatori di poter scegliere e sapere cosa stanno comprando e allo stesso tempo tutelando i nostri produttori, che spesso vedono vanificato il proprio lavoro proprio negli scaffali dei macelli. In questo modo siamo certi di portare a casa un prodotto al 100 per 100 tricolore”. 

“Adesso nelle etichette di questi nostri prodotti – spiega il direttore della Coldiretti Luca Saba – troveremo la scritta “origine Italia” che sta a significare che tutte le fasi, dalla nascita all’allevamento fino alla macellazione si sono svolte sul territorio nazionale”.

Si completa in questo modo un percorso iniziato circa 15 anni dall’obbligo di etichettatura di origine per la carne bovina fresca, introdotta sotto la spinta dell’emergenza “mucca pazza” con il regolamento Ce 1760/2000 che impose l’obbligo di indicare anche il luogo di nascita, oltre a quello di allevamento e macellazione.

Dalla nuova norma restano ingiustamente escluse la carne di coniglio, quella di cavallo ma anche le carni di maiale trasformate in salumi. “Una carenza che va colmata al più presto – sottolinea Battista Cualbu – anche perché speriamo che, soprattutto per i salumi, sia una norma che ci riguarderà presto da vicino perché significa che abbiamo debellato definitivamente la peste suina”.

In Italia due prosciutti su tre sono fatti da maiali stranieri ma il consumatore non lo può sapere, e la situazione non è certo migliore per salami, soppressate, coppe o pancette. Su questi prodotti come su altri l’eventuale obbligo dell’origine dipenderà dagli studi di impatto che la Commissione Europea sta realizzando, con un certo ritardo sui tempi previsti dal Regolamento 1169/2011, nonché dalle successive valutazioni politiche degli Stati membri.

COME SARANNO LE ETICHETTE DAL 1° APRILE PER LE CARNI DI SUINO, OVINO, CAPRINO E VOLATILI:

1. “Allevato in…” seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo e poi “Macellato in…” (seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo.

Oppure si può indicare:

2. “Origine…” seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo ma solo se l’animale è nato, allevato e macellato in un unico Stato membro o Paese terzo. Il regolamento - precisa la Coldiretti - prevede delle specifiche casistiche sui tempi di permanenza in un determinato Paese e di peso raggiunto dall’animale, per poter indicare in etichetta qual è il luogo di allevamento e di macellazione.

CRONISTORIA DELLE NORME RIGUARDANTI LE ETICHETTE

- 2002 obbligo di etichettatura di origine per la carne bovina fresca;
- 2003 è d'obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca.
- 1° gennaio 2004 codice di identificazione per le uova;
- 1° agosto 2004, l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto;
- 1° luglio 2009 è scattato l’obbligo di indicare anche l’origine delle olive impiegate nell’olio;
- 1° aprile 2015 obbligo carne fresca di maiale, di agnello e capretto


L’etichetta - ricorda la Coldiretti - resta anonima oltre che per i salumi anche per i succhi di frutta, la pasta ed i formaggi. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti è all’avanguardia in questo percorso:
-  il 7 giugno 2005 è scattato l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco;
- dal 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy per effetto dell'influenza aviaria;
- a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.

 

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