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Battista Cualbu: "in Francia il prezzo del latte lo decidono insieme i pastori e gli industriali"

a cura della redazione
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Accordo interprofessionale e registrazione del marchio. Due concetti sui quali Coldiretti Sardegna insiste da tempo e che ribadisce al ritorno dalla Francia, dove una delegazione guidata dal presidente Battista Cualbu ha partecipato alla quattro giorni della "Carrefour international ovin caprin". Convegno che ha riunito a Saint-Affrique, nella regione di Pirenei, gli allevatori dei piccoli ruminanti oltreché della Sardegna e francesi anche del Perù, della Bolivia, dell’Australia, dell’Ungheria, del Marocco e della Spagna.

Cosa vi portate dietro dalla quattro giorni francese presidente?
“E’ stata un’interessante e proficua esperienza che intendiamo importare in Sardegna con la costituzione di un comitato tecnico politico permanente in cui poter condividere le diverse professionalità e dar vita ad una strategia comune. Ci siamo candidati per promuovere il prossimo appuntamento in Sardegna”.

Quali sono stati gli argomenti che più hanno colpito il suo interesse?
“Due in particolare: la conferma della validità dell’accordo interprofessionale che da tempo diciamo di sperimentare e la capacità francese nel capire in tempi non sospetti l’importanza del marchio. Il Roquefort è registrato in ben 80 paesi".

Mentre sull’accordo interprofessionale che tanto sponsorizzate come Coldiretti?
“Ho avuto la conferma di quanto predichiamo da tempo: la Confederation du Roquefort ha un consiglio di amministrazione composto da 9 rappresentanti dei pastori e 9 degli industriali che decidono assieme le strategie per tutelare, produrre, trasformare e commercializzare il loro formaggio. Ogni anno a inizio annata decidono quanti litri di latte quagliare per il Roquefort e il prezzo del latte. Per questo i pastori devono comunicare quanto ne produrranno e in quale periodo. Essendoci sinergia e organizzazione riescono a dare qualche elemento di stabilità al mercato. Da noi invece si naviga a vista, senza alcuna strategia. Da questo punto di vista siamo degli improvvisati. Nel bene e nel male subiamo il mercato perché non ci siamo costruiti alcuno strumento per poterlo governare. Ciò che proponiamo è molto simile all’accordo interprofessionale del Roquefort. L’obiettivo è quello di strutturare il mercato e stabilizzare il prezzo del formaggio e quindi del latte. Lo diciamo e insistiamo oggi, in un momento positivo in cui il pecorino “tira”, perché non vorremmo ripercorrere i tempi bui degli anni scorsi quando a pagare furono soprattutto i pastori” .

Ma la Regione, che indicate come l’ente neutro preposto per imbastire l’accordo sembra non sentire.
“Quello delle istituzioni è un silenzio assordante. Ma noi non ci fermiamo. Oltre a proporre soluzioni e programmare il futuro, cerchiamo alleanza fuori dall’isola, coalizzandoci con i nostri colleghi e cercando di imparare e carpire le buone pratiche degli altri”.

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