Gli ovili si dimezzano ma hanno più pecore e si spostano in pianura. E’ la metamorfosi macroscopica del comparto ovino che emerge dall’indagine condotta dall’ufficio studi dell’Ara Sardegna.
Dall’82 al 2010 sono scomparsi il 35% delle aziende pastorali, precisamente 6.886: siamo passati da 19.555 a 12.669 (l’emorragia si è avuta soprattutto nel ventennio che va 1990 al 2010: sono scomparsi 7.097 pastori, riducendosi da 19.766 a 12.669 (36%)). Le pecore invece sono aumentate dal 1982 al 2010 di ben 656.664, passando da 2.371.709 a 3.028.373 (28%).
“Leggendo e incrociando i dati, soprattutto provincia per provincia, emerge come è cambiata la pastorizia negli ultimi 30 anni, ma in particolare negli ultimi 20 – dice il direttore dell’Aras Marino Contu -. I pastori si sono stanziati in pianura, abbandonando la montagna e la transumanza. Sono diminuiti perché si sono professionalizzati, hanno investito nella tecnologia (si sono installate 5 – 6 mila mungitrici) migliorando la qualità dei prodotti ed il benessere animale (negli ultimi 10 anni sono state investiti 600 milioni di euro di risorse comunitarie che hanno migliorato sensibilmente lo stato di salute degli animali, diminuendo sensibilmente la carica di cellule somatiche media degli ovini)”.
In questo contesto sono venuti a mancare i cosiddetti “piccoli”, mentre chi ha accettato il cambiamento (in cui si sono attraversati periodi molto difficili) ha allargato il gregge. Nei 28 anni che vanno dal 1982 al 2010 la media di pecore per azienda è cresciuta del 97 per cento, passando da una media di 121,3 pecore a 239.
La metamorfosi si coglie come detto leggendo i dati provinciali. “Ci dicono che i pastori hanno deciso di stanziarsi in pianura, abbandonando la montagna, dove invece si è investito sui bovini di razze rustiche – ci spiega il presidente dell’Aras Sandro Lasi -. Nel periodo preso in esame infatti le pecore sono cresciute del 79% nel Medio Campidano (da 130.138 a 233.105), del 47 per cento a Oristano (337.773 a 496.452) e del 46% a Sassari (da 598.339 a 875.204) che ha superato Nuoro divenendo il territorio provinciale dove ci sono più pecore in assoluto”.
Contemporaneamente nelle provincie di montagna il numero di ovini è cresciuto molto più lentamente o addirittura, come nel caso dell’Ogliastra si è avuto un forte decremento, addirittura del 23 per cento (da 71.472 a 54.869); di pochissimo ma sono diminuite anche a Olbia – Tempio (0,5%), mentre a Nuoro la crescita è stata leggerissima (0,3) costandogli il primato a favore di Sassari.
“I pastori– dice Marino Contu – hanno deciso di abbandonare la transumanza stanziandosi in pianura, rinunciando ai pascoli freschi di montagna d’estate e autunno grazie alle nuove aziende, iper moderne e tecnologiche e ai pascoli irrigui”.