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"Ero più preoccupato quando il Pecorino Romano era sotto i 4 euro". Battista Cualbu (Coldiretti) risponde a Pinna che prevede il crollo del prezzo del latte

a cura della redazione
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“Ero più preoccupato quando il Pecorino Romano era sotto i 4 euro che non adesso che il prezzo sfiora i 10”. Ha esordito cosi Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna, questa mattina a Banari a conclusione dei lavori del seminario sul comparto ovicaprino promosso dall’organizzazione agricola insieme all’amministrazione comunale locale e alla Fondazione Meilogu.

Il presidente ha voluto in questo modo rispondere a Giommaria Pinna, dell’omonimo caseificio di Thiesi che nel suo intervento  dava quasi per naturale il crollo del prezzo del Pecorino romano e dunque del latte che quest’anno è stato pagato in media a 1,10. 

La risposta di Battista Cualbu è stata accolta con un applauso di liberazione dai tanti pastori presenti nella piccola ma traboccante sala consiliare che già figuravano nella mente nuovi tempi bui per i loro ovili. “Ma chi l’ha detto che il prezzo non possa ancora salire? – ha aggiunto il leader della Coldiretti - Nessuno aveva previsto l’exploit del Pecorino romano. E già quando il prezzo è salito a 8 euro si parlava di crollo. Godiamoci questo momento – ha continuato – e lavoriamo tutti insieme per tenere questi livelli. Per farlo serve la collaborazione di tutta la filiera e di una politica più autorevole e protagonista”.

Gli interventi dei relatori hanno preso spunto dal questionario presentato dal direttore regionale della Coldiretti Luca Saba condotto in collaborazione con Giuseppe Pulina, docente del dipartimento di Agraria di Sassari, e oggi presentato pubblicamente per la prima volta. Dieci domande sottoposte a 28 opinion leader (pastori, trasformatori, rappresentanti delle categorie interessate, studiosi) per comprendere il momento favorevole del prezzo del latte.

“E’ emerso – ha spiegato il direttore – che il momento benigno per il settore è generato da meccanismi interni al mercato (limitata produzione e cambio favorevole). Gli intervistati auspicano una cabina di regia fra allevatori e trasformatori che, mantenendo le attuali  produzioni di latte e le quote dello stesso destinato al pecorino Romano, orienti la diversificazione verso le altre due Dop Fiore Sardo e Pecorino Sardo e metta a valore il programma sul benessere animale con una adeguata informazione verso i consumatori”.

“Sicuramente questo prezzo non dipende da una programmazione – ha poi aggiunto  Giommaria Pinna  auspicando un accordo interprofessionale “in cui possiamo da una parte programmare le produzioni di Pecorino Romano e dall’altra decidere come trasformare le eccedenze. Purtroppo questo non riusciamo a tradurlo in pratica, anche perché la politica è debole e non esercita il suo ruolo che è quello di regia. Quest’anno è stato prodotto il 25 per cento in più di Pecorino Romano” ha poi chiosato prevedendo un imminente crollo del prezzo del formaggio.

“Stiamo subendo questo momento favorevole – anche secondo il docente dell’università di Sassari Pietro Pulina che lo ha addebitato alla riduzione della produzione e alla svalutazione del dollaro.

“Quando le cose girano per il verso giusto occorre programmare il futuro e mettere fieno in cascina” ha continuato il direttore del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese annunciando che la banca è pronta a fare la sua parte “per la ricapitalizzazione delle cooperative e per aiutare in programmi di ripianamento le aziende che si ritrovano con vecchi debiti”.
 

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