L'Istituto nord est qualità (INEQ) è il nuovo organismo di controllo del Consorzio di tutela della Igp agnello di Sardegna.
La scelta, all'unanimità, è avvenuta venerdì scorso a Macomer nel corso dell'assemblea dei soci.
L'INEQ, a differenza del precedente, Agris, è un ente privato che ha sede a San Daniele del Friuli, in provincia di Udine.
Si tratta di un ente terzo autorizzato dal ministero delle Politiche agricole, che ha il compito di verificare il rispetto del disciplinare di produzione attraverso il Piano dei Controlli. Compito che espleta con verifiche ispettive in campagna, nei mattatoi e nei centri di lavorazione carni inseriti nel sistema IGP.
“Il nuovo organismo di controllo – spiega il presidente Battista Cualbu –, è un ente serio e sicuro che svolge la medesima funzione per altri consorzi molto importanti come quello del Pecorino romano. Ci porterà ad un sistema informatizzato, che oltre a risparmiare carta renderà il sistema più chiaro e trasparente facilitando l'incrocio dei dati con il Ministero”.
Con INEQ la tariffa fissa per i pastori scenderà da 20 a 10 euro, mentre quella variabile, che si paga per ogni capo conferito, scende da 5 a 2 centesimi. Un pastore che macella mille agnelli l'anno dovrà pagare 30 euro.
“Il riconoscimento Igp è una garanzia per l'allevatore ed il consumatore – spiega il presidente -. Oltre all'Organismo di controllo, un ente terzo che verifica il rispetto del disciplinare nelle fasi di produzione, secondo il quale l'agnello - proveniente da pecore di razza sarda - deve essere nato, allevato e macellato in Sardegna, prevede anche la vigilanza da parte del Consorzio di tutela sul corretto utilizzo del marchio nelle fasi di commercializzazione”.
“Questo lo facciamo grazie agli agenti vigilatori del Consorzio di tutela e all'ICQRF, l'Ispettorato per il Controllo Qualità e Repressione Frodi del Ministero dell’Agricoltura – dice la direttrice del Contas Patrizia Pitzalis – effettuando il controllo di conformità delle comunicazioni ai consumatori rispetto a origine, metodo di produzione e caratteristiche del prodotto presenti in etichetta”.
L'etichetta dell'agnello Igp riposta a chiare lettere il nome Sardegna – ricorda la direttrice – e vieta tutte le imitazioni o le evocazioni dell'area geografica sarda: la dicitura agnello sardo per esempio non potrà essere utilizzato in nessun altro agnello”.
“Questo è un aspetto importante per produttore e consumatore – ribadisce Battista Caulbu -. Come Consorzio oltre per la tutela, stiamo lavorando anche per la promozione del nostro prodotto rendendo consapevole il consumatore che quando va in macelleria sa riconoscere e leggere l'etichetta dell'agnello Igp di Sardegna, distinguendolo dalle false imitazioni”.