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Appello ai candidati per sostenere la riforma e il rilancio del parco geominerario della Sardegna

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A distanza di quasi sei anni dal commissariamento del Consorzio del Parco Geominerario
Storico Ambientale della Sardegna, le istituzioni competenti (Regione e Governo) non
sono state ancora capaci di dare attuazione alla proposta di riforma dello stesso
Consorzio approvata dalla Comunità del Parco (Province, Comuni e Università) sin dal
mese di giugno dell’anno 2007.
La situazione di stallo e di sostanziale inconcludenza che ha caratterizzato l’attività del
Consorzio del Parco negli ultimi anni fino a portare l’UNESCO ad emettere un pesante
ammonimento per le sue inadempienze, non ha prodotto nessuna concreta assunzione
di responsabilità da parte delle stesse istituzioni sulle quali ricadrà interamente la
responsabilità del danno che potrà subire la Sardegna nel caso in cui venisse sancita
l’espulsione del Parco Geominerario dalla rete mondiale GEOPARKS dell’UNESCO.
Al lungo e totale disinteresse del Presidente della Regione che solo nel mese di aprile del
2012, a seguito delle pressanti proteste delle associazioni, ha compiuto il suo dovere di inviare
al Ministero dell’Ambiente la proposta di riforma, hanno fatto seguito le inaccettabili
pretese dei burocrati del Ministero dell’Ambiente e degli altri Ministeri competenti che, pur
nella drammatica situazione sociale in cui vivono i territori interessati, bloccano ancora
la proposta di riforma con la pretesa di occupare posizioni di potere nell’organo di gestione
del Consorzio del Parco.
Tutto ciò in totale contrasto con gli impegni per la semplificazione e il decentramento proclamati
dal Governo Tecnico del Presidente Monti che in tal modo dimostra di non rispettare
il ruolo e la competenza delle istituzioni locali che detengono la maggioranza
delle quote consortili del Consorzio del Parco e alle quali la legge 168/89 che regola il
funzionamento dello stesso consorzio, attribuisce autonomia regolamentare, organizzativa
e gestionale.
Neppure la lunga e impegnativa azione di sollecitazione e di protesta messa in atto dalle
60 Associazioni che aderiscono alla Consulta del Parco Geominerario che per 400 giorni
(dal 27 settembre 2011 al 1° novembre 2012) hanno presidiato l’ingresso della sede
della Presidenza della Regione Sarda di Villa Devoto, in Via Oslavia a Cagliari, è servita
per indurre le istituzioni competenti ad assumere gli atti conclusivi per dare attuazione alla
proposta di riforma per il rilancio del Parco Geominerario.
Consulta delle Associazioni del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna
Loc. San Giovanni Miniera, c/o Ex Direzione – 09016 IGLESIAS - C.F. 90025650921
E-mail:consultaassociazioniparco@gmail.com
In questo contesto assumono un senso di beffa e di totale inaffidabilità le dichiarazioni
del Ministro dell’Ambiente Clini e del Presidente della Regione Cappellacci che a conclusione
dell’incontro dello scorso mese di luglio 2012 hanno dichiarato il loro impegno per
“porre in essere una strategia condivisa per la valorizzazione del Parco Geominerario della
Sardegna che deve diventare un’eccellenza di livello nazionale ed europeo, fondata sulla
valorizzazione delle straordinarie risorse naturali e culturali che il Parco custodisce”.
Alla luce di tale inconcludenza è da considerare come una grave inadempienza anche
l’impegno assunto dal Governo, dalla Regione, dalla Provincia Carbonia Iglesias e dai
Comuni del Sulcis-Iglesiente nel PROTOCOLLO DI INTESA PER LO SVILUPPO DEL
SULCIS-IGLESIENTE sottoscritto il 13 novembre 2012 dove si dice testualmente “In questo
ambito Governo, Regione ed Enti locali sono impegnati a dare operatività (sulla base
della intesa con Regione ed Enti Locali soci) alle misure necessarie a dare piena operatività
in tempi stretti al Parco Geominerario”.
Nel denunciare tale dannosa situazione e tali gravi ritardi e responsabilità la Consulta delle
Associazioni del Parco Geominerario rivolge un pressante appello ai partiti e ai
movimenti politici e a tutti i candidati alle prossime elezioni politiche affinchè assumano
l’impegno di rendere operativo lo strumento che il Parlamento e il Governo hanno
voluto istituire e finanziare oltre 11 anni fa, d’intesa con la Regione Sarda e nel rispetto
degli impegni assunti con l’UNESCO, per contribuire alla rinascita culturale, sociale ed economica
delle aree minerarie dismesse della Sardegna come sta avvenendo positivamente
negli altri grandi bacini minerari europei con la creazione di migliaia di posti
di lavoro.

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