Le vicende che stanno accompagnando l’avvio dell’anno scolastico negli istituti superiori della provincia di Nuoro, e in particolare in Barbagia-Mandrolisai, preoccupano l’Associazione e il gruppo giovani imprenditori schierati pienamente a sostegno degli studenti, dei genitori e dei sindaci che in questi giorni protestano contro le decisioni dell’Ufficio scolastico regionale. La mancata costituzione delle prime classi del Tecnico industriale di Tonara, dell’Alberghiero di Desulo, dell’Agrario a Sorgono – coinvolti insieme ad altri istituti di tutta la provincia – mette seriamente a rischio il sistema scolastico e formativo in un territorio già penalizzato da allarmanti tassi di dispersione scolastica (solo 7-8 giovani su dieci proseguono gli studi dopo la scuola dell’obbligo e di questi circa il 20% non arriva al diploma).
È preoccupante soprattutto che a prevalere sia soltanto la logica dei numeri e dei tagli lineari, per di più applicati alla scuola, servizio primario da salvaguardare per la crescita e la competitività di un territorio. Ancor di più se la chiusura delle scuole – uno degli ultimi presidii dello Stato nel territorio – segue al progressivo smantellamento dei servizi pubblici, tale da compromettere la qualità della vita e la sopravvivenza stesse delle comunità , che in Barbagia-Mandrolisai, sono già colpite da crescente spopolamento e dal nuovo fenomeno dell’emigrazione giovanile. In gioco è il futuro delle giovani generazioni che viene così mortificato da scelte poco lungimiranti. Tema già oggetto di un intervento che Confindustria intende attivare presso il Ministero, e l’Ufficio scolastico regionale.
A preoccupare è anche la poca sensibilità mostrata verso gli istituti tecnici e professionali, la cui rete formativa andrebbe semmai potenziata piuttosto dismessa. Essi hanno un interesse rilevante per la formazione del capitale umano e lo sviluppo di competenze e professionalità , alla base di una qualsiasi crescita imprenditoriale ed economica. La chiusura del Tecnico industriale a Tonara – che è l’unico istituto industriale a livello provinciale – provocherebbe un grave danno all’intero territorio, per di più perché si tratta di scuole di valenza strategica in settori chiave, come quello turistico e industriale.
La razionalizzazione alla cieca non paga: se da un lato, è necessario che gli istituti scolastici sfruttino a pieno l’autonomia di cui sono dotati, innovando e qualificando l’offerta formativa, dall’altro è indispensabile valutare le condizioni di svantaggio che pesano in Barbagia-Mandrolisai, sia in termini di mobilità interna sia dal punto di vista demografico. Anziché chiudere le prime classi, sarebbe auspicabile individuare nuovi modelli, flessibili ed efficaci, capaci di ottimizzare il rapporto costi/benefici, continuando però a garantire l’offerta formativa nel territorio. Senza la scuola – presidio culturale irrinunciabile – e senza istruzione adeguata e di qualità non c’è sviluppo del territorio, così come non c’è sviluppo delle imprese.