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“Dopo la chiusura dell’Ecocentro, Gavoi rischia di diventare un Ecomostro. Sacchi di immondizia sparsi qua e là nei cigli delle strade, in alcune vie del paese e all’ingresso di molte attività commerciali. Atti che, nel primo caso, sono certamente da condannare ma che, nel secondo caso, nascondono un’evidente insofferenza nei confronti del nuovo regolamento comunale sul servizio di raccolta differenziata che ha generato, da un lato, confusione in molti cittadini, soprattutto anziani, e dall’altro, per commercianti ed imprenditori, dubbi e forti perplessità sulle nuove regole e sul calendario di raccolta. E’ infatti proprio il calendario di raccolta a creare i maggiori problemi, in particolar modo per tutti quegli imprenditori ed esercenti che, come me, si trovano costretti a conservare per quindici giorni, nei propri laboratori e spesso, quando lo spazio non basta più, all’ingresso delle nostre attività, con evidente danno di immagine e di decoro, materiali di imballaggio delle merci acquistate, cartone, plastica e vetro. Se poi a tutto questo si aggiunge il fatto che molti proprietari e gestori di locali pubblici, si sono trovati costretti ad acquistare, in proprio, il cassonetto per la raccolta del vetro e a doverne pagare anche la tassa per l’occupazione di suolo pubblico negli spazi antistanti alla propria attività, siamo di fronte ad un vero e proprio scandalo. Oltre il danno, la beffa. Credo di potermi fare interprete della volontà di tanti imprenditori ed esercenti se chiedo all’Amministrazione comunale di modificare il regolamento, portando a tre i giorni di distanza tra un ritiro e l’altro, in particolar modo per alcuni tipi di rifiuti, e se così non fosse, ci possa essere restituita almeno la possibilità di conferirli in un centro comunale, permettendoci di liberare i nostri negozi, i nostri bar, le nostre attività da questa presenza ingombrante, fastidiosa e spesso anti-igienica”.

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