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Il nostro "Si" al lavoro e all'ambiente

La posizione delle segreterie provinciali Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil

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Ci sembra doveroso, esprimere il nostro parere nel dibattito apertosi sulla riconversione della centrale Ottana Energia .

Non ci siamo mai sottratti al confronto, anzi, in ogni sede dove siamo stati convocati abbiamo partecipato al dialogo costruttivo, per cercare soluzioni durature per consolidare il futuro lavorativo nella piana di Ottana.

La stessa cosa non è stata fatta da chi, pur convocato più volte – anche in sedi istituzionali – ha snobbato il confronto sul merito, trasferendo la discussione sui quotidiani isolani, senza neppure conoscere la motivazione e la articolazione del progetto di riconversione.

Non è in dubbio la posizione e la buona fede di chi oggi rappresenta la cittadinanza; preoccupa invece che il dibattito possa nascere e si evolva in funzione delle campagne
elettorali. Ma ricordiamoci che le elezioni passano e i lavoratori e le emergenze rimangono, le famiglie di 400 persone sono lì che ci guardano e aspettano.

Illudere la gente che con le bonifiche si creino nuovi posti di lavoro è triste e poco costruttivo, viste anche le esperienze di altri territori : questo porta ad una progettualità non certo finalizzata alla stabilità lavorativa di un territorio.

IL CARBONE COME UNICA SOLUZIONE?

Non l’abbiamo mai detto, anzi, abbiamo detto e scritto in accordi che la soluzione del carbone – transitoria – deve essere finalizzata alla parallela battaglia del territorio e di tutta l’isola per un piano energetico serio; è assolutamente prioritaria la necessità dell’arrivo del gas metano in Sardegna - così come ribadito nell’incontro presso il Ministero per lo Sviluppo Economico il 6 Settembre scorso – (dove chi oggi si dichiara contrario, seppur convocato, non ha partecipato e non ha delegato alcuno, perdendo un’occasione di approfondimento e di maggiore conoscenza); dall’arrivo del gas deriverà quanto previsto dagli accordi da noi sottoscritti per la realizzazione a Ottana di una nuova e moderna Centrale alimentata dal gas metano .

Le argomentazioni riportate in diverse relazioni dell’azienda, presentate anche nelle audizioni di diversi comuni, che coerentemente e opportunamente hanno convocato
l’Azienda per avere tutti i dati riguardo la riconversione, prima di esprimere qualsiasi parere, confermano che la stessa riconversione a carbone – riguardante un solo gruppo
– della Centrale, sarebbe di gran lunga meno inquinante dell’attuale a olio combustibile.

L’impianto di Ottana (il più piccolo in Italia, limitato ad un solo generatore di vapore, consentirebbe di mantenere la produzione elettrica e delle utilities, le unità lavorative
attuali, di utilizzare la stessa filiera logistica di approvvigionamento già presente nell’isola, che vedrebbe così anche un ulteriore calo del transito di mezzi di trasporto del 25%; garantendo anche qui un abbassamento dell’inquinamento.

Altrettanto per i rifiuti, visto che le ceneri da carbone sono meno pericolose di quelle dell’attuale olio combustibile. Oltretutto la centrale sorge nella zona industriale gestita dal Consorzio e riteniamo che possa e debba ben convivere con la realtà attuale del territorio e delle popolazioni, mantenendo in equilibrio una già disarmante situazione di smantellamento industriale, che noi siamo fermamente convinti debba essere arginata. Anche alla luce delle negative prospettive che si stanno venendo a creare per altri lavoratori (Lorica per esempio), invertendo questo processo con innovazione sostenibile e con impatto ambientale inferiore ai regimi attuali.

A questo punto l’interrogativo dovrebbero metterselo quelli del “no a prescindere”, perché dietro al loro no – a parte la tematiche delle bonifiche utilizzata in modo tendenzioso, non abbiamo visto alcuna proposta costruttivamente competitiva e sostenibile, per mantenere in vita e in piedi questa realtà industriale rimasta, evitando di strumentalizzare la popolazione e i lavoratori, - come si è fatto finora – contrapponendo faziosamente il loro diritto alla salute con la necessità basilare del lavoro con l’obiettivo di consolidare e aumentare i posti di lavoro. La rispondenza delle emissioni di qualunque attività industriale o umana deve rispondere ai requisiti e alle prescrizioni normative e di legge. E’ compito di tutti noi, e delle istituzioni esigerne il rispetto.

Noi riteniamo che il sito di Ottana debba essere confermato come il 3° polo energetico della Sardegna, così come da alcuni anni ci aspettiamo che avvenga, inserendo questa realtà in un piano energetico regionale; questo anche per evitare di mandare allo sfascio l’apparato energetico regionale della Sardegna intera.

Sarebbe stato e sarà certamente più utile – come accade in altri siti dell’isola – fare fronte comune nei confronti della disattenzione della politica, che poco o nulla ha fatto per il nostro territorio, anziché barricarsi in posizioni che non fanno bene a nessuno, tantomeno alle popolazioni ed ai lavoratori.

 

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