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Confindustria e Cgil Cisl e Uil ai parlamentari e ai consiglieri regionali del Nuorese: "Siamo allo stremo. Serve un Progetto per il rilancio del Territorio"

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«La crisi del Nuorese è gravissima e la situazione viene sottovalutata. Siamo allo stremo e prima che sia troppo tardi bisogna muoversi uniti. Per questo vi chiediamo di farvi portavoce della sofferenza della nostra provincia e di sollecitare lo Stato e la Regione a mettere a punto un Progetto di rilancio per il Nuorese e le sue zone interne da condividere con tutte le forze del territorio. Abbiamo già aperto un confronto con la Provincia e il Comune di Nuoro e siamo aperti al dialogo e alla collaborazione con tutti». Così il presidente di Confindustria Roberto Bornioli e i segretari confederali di Cgil Cisl e Uil, Salvatore Pinna, Michele Fele e Felicina Corda lunedì scorso a Nuoro nel corso dell'incontro con i rappresentanti politici del Nuorese.

All’iniziativa, promossa da Confindustria e da Cgil Cisl e Uil, è stato introdotto dal presidente della Confindustria nuorese, Roberto Bornioli, e dai segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, Salvatore Pinna, Michele Fele e Felicina Corda, i quali hanno spiegato le ragioni della proposta. All'incontro hanno partecipato i consiglieri regionali Efisio Arbau, Angelo Carta, Luigi Crisponi, Roberto Deriu, Daniela Forma, Emilio Usula, il deputato Roberto Capelli e il senatore Giuseppe Luigi Cucca.

I numeri dell’emergenza sono devastanti: in provincia di Nuoro su una forza lavoro di 138mila unità gli occupati sono appena 53mila. Seimila sono i disoccupati e il 57,2% - ben 79mila – sono gli inattivi. Nel 2012 sono state autorizzate 3,7 milioni di ore di cassa integrazione. A fronte della scomparsa di interi settori produttivi (tessile e cartografico) non è stato messo in atto alcun piano di riconversione. Il settore chimico è ridotto al lumicino, l’edilizia è al collasso e il turismo è in forte difficoltà. Eppure la provincia ha tante risorse e può contare su settori produttivi di eccellenza come il lapideo, l’agroalimentare, il settore turistico ed energetico. Per questo – ha sottolineato Bornioli – lo Stato e la Regione devono mettere a punto una strategia di rilancio, un Progetto operativo per il Nuorese e le sue zone interne, così come è stato fatto per altre aree in Sardegna, per esempio il Sulcis e il Sassarese.

«Non siamo qui per lamentarci – ha sottolineato il presidente di Confindustria Roberto Bornioli –. Vogliamo fare le nostre proposte e prima di tutto richiamare l’attenzione dello Stato e della Regione su tre emergenze prioritarie: 1) è fondamentale che la Regione attivi subito gli interventi per le Aree di crisi di Pratosardo, Siniscola, Ottana e Tossilo che prevede azioni di sostegno alle imprese, formazione e infrastrutture. Altrimenti c’è il rischio concreto che l’intera misura si trasformi in un flop. Non vogliamo che si ripetano gli stessi errori fatti a Tossilo. 2) Occorre poi definire una strategia sul futuro della centrale elettrica di Ottana – ha detto Bornioli – L’impianto è strategico per tutto il sito industriale. In attesa dell’arrivo del gas metano – come era stato promesso nel Patto per il territorio sottoscritto tra gli altri da Regione, Provincia ed Enti locali – è necessario che il Ministero riconosca la proroga del regime di essenzialità, come previsto per le altre centrali in Sardegna. 3) Sono trascorsi sei mesi dall’alluvione e niente è stato fatto. Il Nuorese è il territorio che ha subito i danni maggiori alla viabilità. Bisogna partire immediatamente con le opere di ricostruzione anche se le mosse del Governo non ci rassicurano: i soldi stanziati sono nettamente inferiori a quanto stabilito inizialmente e tutto procede con estrema lentezza. Quanto al Progetto che proponiamo, esso può essere realizzato con i fondi Ue. Occorre soltanto un’adeguata programmazione e una maggiore capacità di utilizzo delle risorse», ha concluso Bornioli.

«Dobbiamo rivendicare uniti un nuovo patto di sviluppo perché questa è una vera emergenza. Il nostro territorio ha bisogno di maggiori attenzione da parte dello Stato e della Regione» - ha detto Salvatore Pinna della Cgil. «Questo non un’azione isolata ma vorremo che fosse l’inizio di un percorso comune. Non possiamo permetterci di essere disuniti e di andare ciascuno per conto proprio», ha aggiunto Michele Fele della Cisl. «Le nostre proposte si basano su due precondizioni – ha spiegato Felicina Corda della Uil. Prima di tutto occorre sostenere le attività esistenti che sono a fondamento di qualsiasi piano di sviluppo. E in secondo luogo, bisogna salvaguardare la scuola, la sanità e i presidi di sicurezza del territorio. Il Nuorese è altrimenti destinato allo spopolamento e alla desertificazione».

Alla base della proposta c’è il recepimento delle strategie di crescita e di sviluppo delle zone interne definite dall’Europa per la spendita dei fondi della programmazione 2014-2020. Il progetto si basa su sei proposte: 1) valorizzazione dell’ambiente a fini turistici e produttivi; 2) sostegno all’industria e agli enti culturali del territorio; 3) piano per le infrastrutture; 4) sostegno alle imprese, sia attivando subito gli interventi per le Aree di crisi sia prevedendo forme di fiscalità di vantaggio, come fatto per altri territori; 5) decentramento dell’amministrazione regionale; 6) investimenti per l’università nuorese e la formazione di qualità.
 

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