Gli indirizzi di programmazione dei fondi Ue 2014-2020 presentati venerdì 6 giugno a Cagliari dalla Regione nell’incontro con il Tavolo di Partenariato rappresentano un primo passo per il rilancio delle Aree interne e per un Progetto della Sardegna centrale. In particolare, ci sono due buone notizie: 1) Il Gennargentu-Mandrolisai è candidato insieme alla Marmilla a far parte del progetto pilota nazionale per le Aree interne. Ogni regione è chiamata infatti a individuare – tra i più svantaggiati – un territorio in cui mettere in atto una serie di interventi sperimentali ai quali il Ministero ha destinato una dotazione finanziaria complessiva di 90 milioni di euro. Lo studio della Regione, che ha preso in considerazione una serie di parametri quali la distanza dai servizi e il rischio spopolamento, mette in evidenza e descrive in modo scientifico le gravi criticità e gli svantaggi competitivi che penalizzano il Gennargenu-Mandrolisai, la più svantaggiata tra le aree regionali prese in considerazione: la totalità dei comuni di questo territorio infatti si trova in zone periferiche e ultraperiferiche e soffre un gravissimo stato di malessere demografico. A ottobre 2013 - anche a seguito delle nostre proposte - quest’area era stata riconosciuta Territorio svantaggiato da una delibera della giunta regionale. Ora, l’avvio del progetto nazionale per le aree interne può offrire al territorio nuove occasioni di sviluppo e occupazione. 2) Nelle bozze dei progetti operativi la Regione ha inserito tra le priorità di intervento le Aree interne, per le quali saranno messi a punto progetti specifici finanziati con fondi ad hoc. In piena linea con le proposte di Confindustria, la strategia di rilancio delle aree interne si basa sulla valorizzazione dell’ambiente e della cultura, attrattori che rappresentano per il nostro territorio un vero vantaggio competitivo.
La proposta lanciata da Confindustria in occasione del convegno MOSAICO a Tonara a ottobre 2013, e rilanciata in un Dossier presentato al presidente Pigliaru e all’assessore Paci, è dunque perfettamente coerente con la strategia seguita dalla Regione: i fondi comunitari devono essere diretti al finanziamento di un Progetto ad hoc per la Sardegna centrale e le sue zone interne, un piano di rilancio e crescita per il Nuorese basato non solo sul potenziamento e il rilancio del manifatturiero ma che al tempo stesso punti su risorse strategiche, quali l’ambiente e la cultura, di cui il nostro territorio è ricco ma che risultano per molti versi male utilizzate. Ambiente e cultura costituiscono poi due tasselli importanti del progetto condiviso da Confindustria e sindacati le cui proposte prendono concretezza nei documenti strategici messi a punto dalla Regione. Da tempo infatti sosteniamo la necessità di valorizzare l’ambiente a fini produttivi e turistici sul modello del costituendo Parco di Tepilora, esempio da replicare anche in altri territori dotati di un patrimonio ambientale straordinario ancora poco valorizzato. In questa linea si inserisce la nostra proposta di trasferire a Nuoro a parità di costi e senza duplicati l’assessorato regionale all’Ambiente e la direzione del Corpo forestale e il potenziamento dell’Università nuorese con i suoi corsi di laurea e dottorato in scienze ambientali e forestali. Al tempo stesso occorre valorizzare i nostri presidi culturale, investendo sull’industria della cultura e rafforzando il ruolo di Nuoro come polo culturale di eccellenza a livello regionale. La messa a sistema del nostro patrimonio ambientale e culturale può rappresentare la via virtuosa per uscire dalla crisi e creare le condizioni per contrastare il declino.